Se fai un selfie con Salvini mentre sei in malattia, poi vieni reintegrato

Cristian Lanzi era stato inizialmente licenziato dalla sua azienda

02/02/2021 di Redazione

Ora, al di là della circostanza specifica della decisione dell’operaio di andare ad assistere a un comizio di Matteo Salvini – scattandosi anche un selfie postato su Facebook – nonostante fosse in malattia, l’occasione ci permette di fare una riflessione sull’impiego dei social network in orario di lavoro o, comunque, in una condizione che viene tutelata da un contratto di lavoro come i permessi per malattia. I fatti: il selfie in malattia con Salvini è stato scattato e diffuso da Cristian Lanzi alle 16.10 del 18 novembre 2019. L’operaio era in malattia dal 2 ottobre al 6 dicembre 2019. Dunque, il comizio ricadeva all’interno di questo periodo di tempo.

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Selfie in malattia con Salvini, la decisione del tribunale

Per questo motivo, dopo che il selfie era stato diffuso sia sui social network, sia da una emittente locale, l’uomo era stato licenziato dall’azienda per cui lavorava. L’impresa di riferimento, infatti, aveva evidenziato una sorta di incongruenza tra la situazione di salute dell’uomo – che lo aveva portato a chiedere un periodo relativamente lungo di malattia – con la sua presenza a un comizio di Salvini, documentata anche pubblicamente attraverso il selfie sui social network.

Tuttavia, il tribunale di Bologna ha ribaltato la decisione. I giudici, infatti, hanno accolto la tesi difensiva dell’operaio, in base alla quale il selfie non coincideva con gli orari della reperibilità (nel pomeriggio, per i dipendenti privati, quest’ultimo va dalle 17 alle 19) e, soprattutto, la patologia di cui soffriva Cristian Lanzi non gli impediva di uscire all’aperto. Anzi, secondo il suo legale, il fatto di uscire di casa era stato consigliato dal medico curante.

In base a questa sentenza del tribunale, l’utilizzo dei social network e il fatto di pubblicare selfie all’aperto nel periodo di malattia rappresenta un precedente importante, sul quale gli esperti di diritto del lavoro dovranno senz’altro riflettere. La decisione del tribunale di Bologna sembra procedere in senso opposto rispetto a una passata sentenza della Cassazione: on la sentenza n. 6047/2018, infatti, si legittimava il licenziamento nel caso in cui la prova della falsa malattia arrivi con una foto pubblicata sui social network. La giurisprudenza sul rapporto tra mondo del lavoro e impiego dei social resta ancora molto altalenante.

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