Quelli che esultano twittando #ScalaInfetta, ma non hanno capito cosa è realmente successo

Leggono titoli, condividono bufale sui social accompagnati dall'emoticon dei "Mattonisti". Il loro obiettivo è quello di creare notizie che non esistono o che vengono decurtate di elementi fondamentali per una vera comprensione di una notizia

10/12/2021 di Enzo Boldi

Ci sono emoticon che accompagnano nomi di utenti che sono una garanzia di falsità. Rilanciano notizie false o decontestualizzate, creano hashtag per andare a solleticare le sensibili pance dell’indignazione. L’ultimo caso riguarda una “tendenza” social creata ad hoc su Twitter in riferimento a un potenziale focolaio di Covid dopo la “Prima” andata in scena a Milano martedì 7 dicembre, nel giorno del santo patrono meneghino “Sant’Ambrogio”. E da lì si è scatenato quel putiferio che risponde al concetto di “Scala infetta“. Ma la realtà è ben diversa da quella che vogliono far credere.

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Partiamo dalla storia reale. Una settimana fa, a seguito dei test effettuati all’interno del corpo di ballo che doveva sul palco del teatro milanese, tre persone sono risultate positive (una ballerina, debolmente positiva, e due comparse). Tutti i contatti sono stati messi in isolamento – come da protocollo – e nei giorni successivi sono stati effettuati e ripetuti i test per verificare eventuali altri contagi. Insomma, si è scandagliato a fondo per evidenziare l’eventuale possibilità di un focolaio. All’interno del corpo di ballo. Ed è questo il fulcro della questione che, di fatto, smentisce l’hashtag “Scala infetta”. Perché si tratta di casi che non hanno nulla a che vedere con la “Prima” andata in scena il 7 dicembre alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Scala Infetta, l’hashtag di chi non ha capito cos’è successo

Si parla, infatti, del corpo di ballo che sarà impegnato alla cosiddetta “altra Prima”, con la Bayadère, in programma martedì 15 dicembre. Ovviamente, nel corso di questi giorni, si cercherà di capire quale impatto avrà questo focolaio, con lo spettacolo e le coreografie di Rudolf Nureyev che potrebbero essere rinviate. Proprio per via dell’attuazione dei protocolli di sicurezza che sono entrati in scena con il monitoraggio di chi è entrato in contatto con i primi tre positivi. Perché, nei giorni seguenti, il bilancio è lievemente salito. Ma, per il momento, la situazione sembra essere sotto controllo e il tutto sarà valutato in itinere.

Non c’entra la Prima

Ovviamente, i bufalari – che mettono un mattone a corredo del nome e sono, per lo più, no vax (basta fare un giro sui loro profili seguendo l’hashtag #ScalaInfetta per capire il loro modus operandi con prime, seconde e dosi booster di fake news quotidiane) o non hanno letto come sono andate realmente le cose, oppure solleticano la bile social andando a creare notizie infondate. Perché la realtà racconta una scena ben diversa: una parte del corpo di ballo impegnato nelle prove per gli spettacolo al teatro Alla Scala non è vaccinato (non vi è l’obbligo, in Italia, per quella attività). Ovviamente non si può dire – anche per motivi di privacy – se il focolaio sia partito dai non immunizzati perché, lo sappiamo, che il vaccino protegge dalla forme gravi di covid e riduce le possibilità (ma non le annulla) di contagio.

Ma i fatti da raccontare non sono quelli riassunti dolosamente nell’hasthag “Scala Infetta”. Perché non risultano positivi tra il pubblico che ha partecipato alla “Prima”. Inoltre, i mattonisti bufalari non si fermano qui. Ci sono tantissimi tweet di minaccia e violenza. C’è chi augura la morte per Covid al Presidente Mattarella e anche chi si auspica di rivedere la scena dei camion militari pieni di bare a Bergamo, ma questa volta contenenti i corpi di chi ha partecipato all’evento di martedì 7. Perché le bufale vengono sempre accompagnate da mattonate di odio. Un odio squadrista.

(Foto IPP/Francesco Ammendola)

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