Sullo smartphone di Savoini l’accordo del Metropol per i 65 milioni alla Lega
02/10/2019 di Enzo Boldi
Una foto che ricalca in pieno quanto emerso dall’intercettazione pubblicata da BuzzFeed e dalle notizie rese note da L’Espresso sull’incontro all’hotel Metropol di Mosca. Quello screenshot era presente sugli smartphone dei tre italiani, tra cui Gianluca Savoini, l’ex consigliere di Matteo Salvini, e ora in mano agli inquirenti della Procura di Milano che indagano sul cosiddetto Russiagate. L’immagine non è altro che una foto di un pizzino di carta (chiamato da chi indaga «il papiello») che sintetizza quella bozza di accordo per portare nelle casse della Lega 65 milioni di dollari, equivalenti al 4% di quanto stabilito per la vendita di gas tra Russia e Italia.
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A riportare la notizia nel dettaglio sono stati Il Fatto Quotidiano e La Repubblica che citano fonti investigative. Sopra a quel pizzino immortalato in una foto e fatto girare nelle chat tra i tre partecipanti italiani all’incontro del Metropol, si fa chiaramente riferimento a quell’accordo che già si era palesato nell’audio pubblicato nei mesi scorsi di Buzzfeed: 4% finisce nelle casse della Lega, mentre una cifra variabile tra il 4 e il 6% ai russi che hanno agito da intermediari con il gigante dell’energia coinvolto.
Savoini e lo screenshot del “pizzino”
Un elemento ritenuto determinante perché presente sugli smartphone di Savoini (a cui è stata anche chiesta la password per accedere ai contenuti criptati delle sue chat nascoste), di Gianluca Meranda e Francesco Vannucci. I tre erano presenti all’hotel Metropol in quel 18 ottobre 2018 per parlare e trovare un accordo – secondo le accuse – con due uomini vicini alla destra russa e anche al presidente Vladimir Putin.
Le indagini tengono ancora fuori la Lega
Il contenuto di quel foglietto immortalato e condiviso sugli smartphone confermerebbe quanto già in possesso degli inquirenti. L’accordo raggiunto, come scritto in quel papiello, poi avrebbe raggiunto uno stop: secondo la Procura di Milano, infatti, il tutto venne bloccato per via dell’inchiesta pubblicata da L’Espresso che mise i bastoni tra le ruote. Ma si sta ancora indagando su tutto questo, così come sul coinvolgimento attivo della Lega.
(foto di copertina: FACEBOOK CLAUDIO D’AMICO)