Il controverso rapporto tra Elon Musk e Sam Altman

Prima amici e "soci", ora avversari e - addirittura - parti in causa

04/03/2024 di Gianmichele Laino

Vi ricordate di un film di animazione un po’ datato, che parlava di una volpe e di un cane che – per natura – erano condannati a essere avversari ma che, all’inizio, cresciuti insieme, puntavano a costruire una forte e solida relazione di amicizia. Il corso della vita ha smentito la promessa che, da cuccioli, si erano fatti Red&Toby – nemiciamici. Ed è un po’ quello che è successo a Sam Altman e Elon Musk. Due personalità che, sin dall’inizio, sembravano destinate a percorsi diversi e contrapposti l’uno all’altro. Ma che, per una sorta di ideale comune, avevano fatto convergere le proprie carriere nella fondazione di OpenAI come non-profit leader nella ricerca nel settore dell’intelligenza artificiale. Era il 2015 e i due si erano promessi fedeltà e visione comune. Sono bastati tre anni per far emergere la natura dell’uno e dell’altro, per far uscire Elon Musk dal board di OpenAI e per far continuare – invece – Sam Altman nel suo proposito di trasformare l’azienda in qualcosa di produttivo e visionario.

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Sam Altman e Elon Musk, storia di una relazione non proprio amichevole

Prima di arrivare alla causa che li vedrà di fronte (come abbiamo spiegato qui, Elon Musk ha presentato un esposto contro OpenAI, accusandola di essere venuta meno ai suoi principi fondativi, che la vedevano nascere come società non-profit), c’erano state altre scaramucce tra Musk e Altman. Dal 2018, Musk non fa più parte dell’ecosistema di OpenAI. Da quel momento in poi, ne ha fatta di strada. Del resto, si era capito da tempo che il settore delle auto elettriche sarebbe stato solo uno degli asset del patron di Tesla. Social network, viaggi nello spazio, reti neurali per la ricerca medico-scientifica: una vastità di campi all’interno dei quali l’intelligenza artificiale è sempre stata la convitata di pietra.

Tuttavia, con l’uscita da OpenAI e con la sempre maggiore evoluzione di un’azienda letteralmente esplosa tra il 2022 e il 2023, Musk non ha potuto far altro che registrare la crescita del suo avversario Sam Altman, contrastata – inizialmente – con uno schieramento piuttosto insolito rispetto alle questioni etiche legate all’intelligenza artificiale. Nello scorso anno, il proprietario di Twitter/X aveva – ad esempio – firmato il documento insieme a esperti, accademici e imprenditori che chiedevano un freno e delle leggi adatte all’evoluzione dell’AI. Frasi come: «Sam Altman può avere a disposizione l’anello del potere, ma l’anello del potere può corrompere. Quindi non so cosa provo per lui»; oppure preoccupazioni palesi espresse rispetto a potenziali rischi degli strumenti di AI realizzati da OpenAI; si tratta di elementi che hanno portato successivamente Musk a intentare la causa contro l’azienda che aveva contribuito a fondare.

Dal canto suo, Sam Altman si fidava ciecamente di Musk nel 2015, tanto da considerarlo una pedina fondamentale per il progresso di OpenAI e per lo stato di avanzamento dei suoi piani. La stima sul carattere, la visione e la potenza imprenditoriale di Musk era rimasta intatta anche dopo il 2018, in seguito all’uscita di scena di Musk dal progetto OpenAI. La grande inversione di tendenza c’è stata nel 2023, quando Musk ha alzato i toni della sua comunicazione ed è diventato uno dei crociati contro l’intelligenza artificiale non regolata. A quel punto, Altman non ha esitato a definire quello che, in passato, era stato per lui un modello come un “idiota”. Come si cambia, per non morire.

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