L’AGI e il contratto di licenza tra OpenAI e Microsoft
Nella causa intentata da Elon Musk, si spiega che l'accordo prevedeva alcuni limiti. Ma è davvero così?
04/03/2024 di Enzo Boldi
Ci sarebbero dei limiti che potrebbero essere stati superati con accordi commerciali, anch’essi superati. Questa è, di fatto, la principale accusa mossa da Elon Musk nella causa intentata nei confronti di OpenAI e Sam Altman. Si parla intelligenza artificiale generali (AGI), di GPT-4 di come l’azienda “no-profit” di San Francisco avrebbe portato avanti la sua attività contravvenendo ad alcuni princìpi di base “costitutivi” della società stessa. E si fa riferimento anche a un contratto di licenza tra OpenAI e Microsoft, con quest’ultima che ha investito molto (anzi, moltissimo) nello sviluppo congiunto di tecnologie e strumenti AI. Insomma, un pandemonio che sembra esser figlio di una resa dei conti. Ma il fondatore di Tesla ha ragione a muovere le sue contestazioni?
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Partiamo da un presupposto iniziale: Elon Musk è stato uno dei co-fondatori di OpenAI nel 2015, ma dopo alcune controversie si è tirato fuori dal progetto nel 2018. L’azienda doveva essere, secondo l’impianto iniziale, una no-profit che – stando alle considerazioni del fondatore di Tesla – avrebbe dovuto lavorare con l’obiettivo di rendere open source tutti gli sviluppi sull’intelligenza artificiale. Di fatto, il nome stesso “OpenAI” richiama questo concetto di base. E parte di quella “promessa” è stata mantenuta. Ma si tratterebbe solamente di una piccola parte.
Contratto OpenAI Microsoft, il tema dell’AGI
Dopo la rottura e la fine dei rapporti, Musk ha iniziato a contestare il comportamento di OpenAI che avrebbe perso, secondo lui, il principio “no profit” diventando un’azienda a scopo meramente commerciale. E la pietra dello scandalo, il vero e proprio punto centrale delle causa intentata, sarebbe proprio la realizzazione del modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) multimodale GPT-4. Per il proprietario (anche) di X, questo è un prodotto – di fatto – interamente di proprietà di Microsoft, un’azienda privata. Non aperto al pubblico. Da qui la violazione dello statuto costitutivo di OpenAI.
OpenAI was created as an open source (which is why I named it “Open” AI), non-profit company to serve as a counterweight to Google, but now it has become a closed source, maximum-profit company effectively controlled by Microsoft.
Not what I intended at all.
— Elon Musk (@elonmusk) February 17, 2023
Dunque, missione iniziale della startup violata per inseguire il profitto. Quel che doveva essere “open” è finito per essere “closed”. Insomma, accordi commerciali e non solo di sviluppo per l’intera comunità globale.
Ma è davvero così?
In attesa di conoscere cosa accadrà dopo questa causa, proviamo a capire se Elon Musk ha realmente ragione. Se dal punto di vista pratico sono in molti a sottolineare come un’intelligenza artificiale generale (per dirla in parole povere, quell’AI in grado di ragionare come o “meglio” di un essere umano) sia un pericolo per l’umanità, dall’altro occorre capire se GPT-4 possa essere considerata una AGI. Secondo Microsoft, sì. Lo si evince da un documento interno – chiamato “Sparks of AGI” – in cui i vertici dell’azienda di Redmond sottolineano questo grandissimo passo attraverso questo LLM multimodale. Dall’altra parte, ora – solo ora -, OpenAI ha inviato una lettera ai dipendenti in cui viene detto che GPT-4 non abbia le caratteristiche di un’intelligenza artificiale generale.
Queste sono parole che lasciano il tempo che trovano e sui cui ci saranno, eventualmente, altre considerazioni da fare in futuro. Ma torniamo al punto focale: ci sono dei limiti nel contratto OpenAI-Microsoft? È stato violato questo presunto contenuto scritto nell’atto costitutivo di OpenAI fin dai tempi di Elon Musk? Secondo quanto raccolto da The Verge, c’è un problema di definizione: non esiste un vero patto costitutivo, ma solamente uno scambio di e-mail tra Elon Musk, Sam Altman e Greg Brockman (attuale Presidente dell’azienda di San Francisco) sugli obiettivi e i comportamenti – fin dalla costituzione – dell’azienda nei confronti di mercato. In pratica, Altman sosteneva che tutto il progetto dovesse rimanere OpenAI e Musk aveva apprezzato questa iniziativa. Di fatto, però, non vi sarebbe alcun contratto. A parte quello tra OpenAI e Microsoft che, però, a questo punto non violerebbe un qualcosa che non esiste. Musk, infatti, sostiene che “chiudendo” un progetto come GPT-4 e lasciando nelle mani di Microsoft, sarebbe stato violato il principio costitutivo. Ma si può violare un qualcosa che, probabilmente, non esiste in forma ufficiale?