Perché Elon Musk ha fatto causa a OpenAI

Secondo Elon Musk - che era stato tra i fondatori dell'azienda che oggi si concentra sui prodotti di intelligenza artificiale - ci sarebbe troppa attenzione all'aspetto economico. Una condizione che andrebbe a contrastare con lo status di non-profit con cui l'azienda era stata fondata

04/03/2024 di Gianmichele Laino

C’è stato un tempo in cui tra Elon Musk e OpenAI era tutto rose e fiori. Non poteva essere altrimenti, dal momento che il magnate di Tesla – nonché proprietario di Twitter/X – era stato tra i fondatori dell’azienda nel 2015, condividendone il sogno di essere una non-profit volta a perfezionare tutte le tecniche legate al settore dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, quando OpenAI ha iniziato a diventare un vero e proprio colosso del digitale che, per certi aspetti, faceva anche concorrenza rispetto alle principali imprese di Elon Musk e quando l’intelligenza artificiale è diventata qualcosa di mainstream e non un semplice esercizio di stile per nerd dell’ecosistema internet, ecco che le cose sono cambiate. Da queste profondissime radici si iniziano a intravedere quelli che possono essere considerati i motivi della causa di Elon Musk contro OpenAI.

LEGGI ANCHE > Tutte le strade dell’intelligenza artificiale portano a NVIDIA

Causa Musk-OpenAI, le ragioni alla base della decisione

Elon Musk, infatti, ha intentato una vera e propria azione legale contro la società che ha contribuito a fondare, accusandola di essere uscita dai binari di quelle che erano state le motivazioni che avevano portato il magnate di Tesla a intervenire nell’impresa: ovvero, quelle legate a un’azienda open source che perseguiva le sue finalità del miglioramento dell’umanità senza scopo di lucro. Secondo Musk e secondo il suo team legale, tuttavia, questo incantesimo si sarebbe spezzato nel momento in cui – a inizio 2023 – Microsoft è entrata pesantemente nel business dell’intelligenza artificiale di OpenAI, con un primo round di finanziamento (all’inizio si era parlato di 10 miliardi di dollari, ma adesso le cifre potrebbero essere addirittura più ampie).

L’impatto di Microsoft sull’ecosistema di OpenAI si è visto in maniera esplicita qualche mese fa, a fine novembre 2023, quando l’azienda stava mettendo in discussione la posizione di Sam Altman, a cui era stato sottratto il titolo di CEO. È bastata la “minaccia” di spostarsi a Microsoft e di portare con sé una serie di figure chiave all’interno dell’azienda per far tornare OpenAI sui propri passi.

Ora, si andrà davanti a un giudice. Nel frattempo, i rapporti tra Musk e OpenAI si erano ulteriormente deteriorati. Dopo il 2015, infatti, la sua esperienza nella società era durata tre anni. Nel 2018 ne era uscito, adesso la vede come una potenziale competitor di X (soprattutto per quanto riguarda i progetti di intelligenza artificiale). Vedremo adesso se la questione morale di OpenAI (e la sua capacità di generare profitti) sia effettivamente messa in discussione da questa azione legale.

Share this article
TAGS