Salvini dice che stiamo pagando il canone Rai per guardare i tg di sinistra

Nel corso di una diretta TikTok, il ministro delle Infrastrutture ha provato a ribadire il suo no al canone Rai

21/11/2022 di Redazione

Le dirette su TikTok sono – in verità – dei non luoghi. Se il creator non decide di inserirle nel feed, di fatto, spariscono senza lasciare traccia. Forse è proprio per questo che i politici – che sono diventati creators di TikTok in questa campagna elettorale – le utilizzano molto più spesso rispetto alle ormai superate dirette su Facebook per manifestare le proprie idee e per sciorinare le proprie promesse (anche fuori dalla campagna elettorale). Così, il luogo preferito da Salvini per parlare del canone Rai è diventato proprio TikTok: mentre sul social se ne promette l’abolizione, in manovra non si riesce a eliminarlo.

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Salvini sul canone Rai e sul pagamento alla Rai per guardare i tg di sinistra

Nella bolla di TikTok, quindi, Matteo Salvini ha potuto dare una nuova bordata social al canone Rai, promettendone – ancora una volta – l’abolizione (anche se nel 2023 continuerà a restare nella bolletta elettrica). Ne ha parlato con toni davvero sopra le righe, sostenendo che questo corrispettivo economico venga versato dai cittadini esclusivamente per guardare le trasmissioni di Fabio Fazio o i cosiddetti telegiornali di sinistra.

«Via il canone Rai? Assolutamente sì – ha detto Salvini -: pagare il canone Rai per guardare i Fazio o i telegiornali di sinistra, anche no…La stragrande maggioranza dei giornali, delle radio e delle televisioni sono a sinistra». Non si capisce a cosa faccia riferimento Matteo Salvini. Se si fa eccezione per il Tg3 – che è rimasto un avamposto del pensiero progressista -, il Tg1 e, soprattutto, il Tg2 non possono di certo essere etichettati come telegiornali di sinistra. Basti pensare, ad esempio, che il Tg2 è stato diretto – fino a qualche settimana fa – da un giornalista, Gennaro Sangiuliano, che è successivamente diventato ministro della Cultura del governo di Giorgia Meloni. Il riferimento a Fabio Fazio, poi, è emblematico: si riascoltano gli echi mai sopiti di vecchi editti bulgari, quando le conferenze stampa di chi rivestiva ruoli istituzionali chiudevano le porte della Rai a giornalisti e attori politicamente impegnati.

Insomma, su TikTok, Matteo Salvini continua a parlare male della Rai, della sua principale fonte di sostentamento (il canone) e continua a diffondere l’idea che l’attuale informazione televisiva del servizio pubblico sia “di sinistra”. Se le sue parole non fossero riprese dalle agenzie di stampa, il tutto resterebbe confinato tra i suoi followers su TikTok. Che, però, ultimamente sta diventando una fonte d’informazione parimenti seguita rispetto alle altre. Il fatto che la diretta sparisca, dunque, non elimina affatto l’effetto delle parole pronunciate.

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