Il canone Rai rimane nella bolletta elettrica
Non solo non verrà abolito come puntava a fare Salvini ma il canone Rai rimarrà in bolletta elettrica e la modalità di riscossione sarà invariata nel 2023
14/11/2022 di Ilaria Roncone
Il canone Rai rimane in bolletta e le voci relative all’esclusione dal pagamento relativo all’elettricità erano infondate. Lo ha chiarito una nota del ministero dell’Economia e delle Finanze. Uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini in campagna elettorale, l’abolizione del canone Rai, termina in un nulla di fatto. Di recente, nel corso di una diretta Facebook, il leader leghista ci aveva tenuto a sottolineare come la sua idea fosse un’abolizione al fine di non pesare sulle tasche degli italiani quando si parla di finanziamento del servizio pubblico lato intrattenimento e informazione.
Come noto, abolire il canone porterebbe tutta una serie di problematiche a partire dal venire meno della competitività della Rai con altre emittenti. Oltre a questo, c’è da considerare che la Rai naviga in un mercato in cui la pubblicità è stata fagocitata dagli OTT.
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Alla fine il canone Rai rimane stabile in bolletta
La nota del ministero dell’Economia e delle finanze ha chiarito, in via definitiva, che le voci relative all’abolizione della tassa per sostenere il servizio pubblico erano del tutto infondate. «Le voci di un’esclusione del canone dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate – si legge nella nota a firma MEF diffusa dalle agenzie nella serata di oggi -. La milestone PNRR trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte AGCM, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone RAI dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto».
Il canone Rai, dunque, non solo non viene abolito ma rimane in bolletta anche nel 2023. A dare indicazioni in merito a una tipologia di riscossione diversa rispetto all’attuale era stata l’Europa e il governo precedente all’esecutivo Meloni aveva cominciato a muoversi in quella direzione. La scelta del governo attuale, quindi, è quella di non recepire le indicazione arrivate dall’Ue almeno per il prossimo anno.