L’influencer Salvini e la pubblicità social al libro di Del Debbio

Un tweet promozionale in piena regola

21/12/2020 di Gianmichele Laino

Quasi quasi avrebbe dovuto inserire l’hashtag #adv, come fanno gli influencer nelle loro stories quando sponsorizzano un prodotto e lo consigliano a migliaia di followers. Salvini sponsorizza Del Debbio e il suo ultimo libro (Tasse, pago quello che possoin edicola a partire dalla giornata di domani con La Verità e con Panorama. Il leader della Lega – ovvero quel politico che spesso si fa intervistare nelle trasmissioni in cui è presente Del Debbio in veste di conduttore o di opinionista – ha pensato bene di fare una vera e propria sviolinata via social network al giornalista in occasione della presentazione del suo libro.

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Salvini sponsorizza Del Debbio, il suo tweet

«Complimenti all’amico Paolo Del Debbio – ha scritto Salvini su Twitter -, voce libera del giornalismo italiano, che da domani è in edicola con il suo nuovo libro, in vendita con la Verità e con Panorama». Il tutto accompagnato dall’emoticon degli applausi. Se nei giorni scorsi Matteo Salvini si è recato alla presentazione del libro di Bruno Vespa (che tuttavia, nel corso degli anni, si è trasformata in un vero e proprio format dove il giornalista autore del libro invita i politici più per intervistarli che per veri motivi promozionali), la sponsorizzazione dell’ultima fatica saggistica di Del Debbio appare decisamente più originale.

La domanda che ci si pone è: è possibile, per un politico da 1,3 milioni di followers solo su Twitter, consigliare l’acquisto di un libro che esce in edicola per un gruppo editoriale che, spesso, lo intervista e dal quale Salvini attinge spessissimo per commentare le notizie sui canali social? Lo può fare, soprattutto, senza violare le regole dei social network che, sulle sponsorizzazioni, sembrano essere abbastanza rigidi?

Non mancheremo mai di chiedercelo: in passato sono stati i sughi pronti, la Nutella o alcuni altri marchi dell’agroalimentare. Questa volta si tratta di un libro. Cambiano gli oggetti, non cambia il metodo. E non cambia nemmeno l’indifferenza di chi gestisce i social network.

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