Salvini va da Giletti per criticare (giustamente) Friedman. Ma dimentica il suo passato

Dice che il politologo non dovrebbe più andare in tv per quella grave offesa a Melania Trump. Quindi, anche lui non dovrebbe più essere ospitato per quella bambola gonfiabile contro la Boldrini

25/01/2021 di Enzo Boldi

Alan Friedman ha sbagliato. E anche molto. Lo abbiamo detto in tutte le salse, sottolineando – tra i primi – come quella che voleva essere una battuta (del tutto fuori luogo e priva di senso) fosse una delle pagine più deprecabili della televisione pubblica (lo ha detto in collegamento, in diretta, con Unomattina, su Rai1). Abbiamo sottolineato come sia stato anche poco opportuno quelle risate dallo studio (solo più tardi è arrivata la dissociazione pubblica da parte dei conduttori), e come ci abbia messo oltre 24 ore per chiedere scusa (anche se nel suo passato su Twitter aveva già rivolto lo stesso pensiero nei confronti di Melania Trump. E ieri sera, giustamente, a Non è L’Arena (su La7) anche Salvini contro Friedman. Proteste legittime, ma forse il leader della Lega dovrebbe ricordarsi il suo passato.

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«Alan Friedman è un ominicchio, un quaquaraquà. Uno che sghignazza dando della putta*a alla moglie del Presidente. Spero di non rivederlo più in nessun canale televisivo». Al netto dei contro-insulti, Matteo Salvini ha pienamente ragione: quanto accaduto a Unomattina è un qualcosa di grave e i provvedimenti sulle ospitate televisive del politologo e scrittore americano sono l’unica soluzione da prendere. Il linguaggio dell’odio, seppur celato a mo’ di battuta (e non gaffe) deve essere sempre condannato.

Salvini contro Friedman per quell’insulto a Melania Trump

Fa specie, però, che la persona che da Giletti ha chiesto provvedimenti esemplari nei confronti di Friedman sia la stessa che ostentava in un comizio una bambola gonfiabile che simboleggiava – nel suo mondo fatato – Laura Boldrini. Un gesto grave, al pari di quelle pessime parole di Alan Friedman. E se Salvini ha ragione a scagliarsi contro di lui, è altrettanto vero che se valesse il principio utilizzato dal leghista anche lui non dovrebbe essere ospitato nelle trasmissioni televisive. Perché non esistono i due pesi e le due misure. E, invece, è stato anche Ministro dell’Interno.

(foto di copertina: da Non è L’Arena, La7)

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