Perché il Corriere della Sera non corregge le bufale di Salvini sul ddl Zan?

Nell'intervista pubblicata oggi, sabato 3 aprile, il leader della Lega continua a ripetere fake news sulla legge contro l'omotransfobia

03/04/2021 di Enzo Boldi

Giorgia Meloni e Matteo Salvini stanno facendo a gara a chi la spara più grossa per parlare sulla legge contro l’omotransfobia, ostacolata nel suo percorso parlamentare da Fratelli d’Italia (ma il suo peso parlamentare è irrilevante per la calendarizzazione della discussione e del voto finale al Senato) e della Lega che, ora, fa parte del governo. E Matteo Salvini contro ddl Zan riesce a superare il primato di fake news toccato, solo qualche giorno fa al Maurizio Costanzo Show, dalla sua (ex?) alleata di Centrodestra. Il tutto pubblicato nell’intervista rilasciata oggi a Il Corriere della Sera. Senza colpo ferire.

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«Noi crediamo che la legge sull’omofobia possa introdurre una discriminazione: se io dico che ritengo che l’utero in affitto è una barbarie, se dico che sono contrario alle adozioni gay, rischio il processo – ha detto Matteo Salvini contro ddl Zan nella sua intervista a Il Corriere della Sera. E mi creda: di processi ne ho già abbastanza. Ho udienze già fissate per tutti i prossimi sabati di aprile». Chissà se, prima o poi, sarà chiamato anche a rispondere per la continua propaganda fatta a suon di disinformazione, prima sui migranti e ora sul ddl Zan.

Salvini contro ddl Zan: ma quello che dice è una bufala

Perché parliamo di fake news pronunciate dal segretario della Lega? La risposta è semplice e si trova sul testo disponibile a tutti e che un senatore (che dovrebbe conoscere nei dettagli i provvedimenti in discussione, visto il suo ruolo istituzionale) non può trattare citando cose non vere. Anzi, cose fuori dalla realtà. E basterebbe leggere il contenuto del ddl Zan depositato a Palazzo Madama (sì, l’Aula in cui stato eletto Matteo Salvini) e pubblicato – come da prassi – sul sito del Senato.

Non c’è alcun riferimento a quel che dice Matteo Salvini contro ddl Zan. Non si parla in nessun caso di limitazione della libertà di pensiero, ma si vuole portare all’attenzione un richiamo affinché ci sia maggiore attenzione e maggior rigore nell’affrontare episodi (che sono, purtroppo, all’ordine del giorno e raccontati quotidianamente dalle pagine dei giornali e sui social) di aggressioni omotransfobiche (il caso della stazione Valle Aurelia di Roma di qualche settimana fa ne è l’emblema).

Il ruolo del giornalismo

Insomma, la partita è politica. Diventa difficile pensare che il segretario del partito (attualmente) “più amato dagli italiani” non sia a conoscenza del reale contenuto del ddl Zan. Quindi queste bufale servono solo a solidificare una base elettorale che è già delusa dall’atteggiamento voltagabbana della Lega su molti temi. Ed è qui che entra in gioco il giornalismo. Quell’affermazione di Matteo Salvini doveva essere contrastata e doveva essere pubblicata sia la risposta del senatore, sia la notizia che quel che aveva detto era una bufala. Perché la verità è fatta di coraggio e l’informazione deve averne.

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