Giorgia Meloni sull’omofobia è così confusa da colpirsi da sola
A luglio diceva che l'omofobia non esiste, oggi spende parole di solidarietà per chi ne è vittima
16/12/2020 di Ilaria Roncone
Luglio 2020, Giorgia Meloni diceva «non possiamo dire che oggi, nella realtà italiana, gli omosessuali siano discriminati perché io vedo che abbiamo fatto passi da gigante da questo punto di vista». Nella giornata di oggi, appena cinque mesi dopo, Giorgia Meloni commenta una delle notizie del giorno che ha fatto particolarmente discutere sui social in maniera diametralmente opposta. La questione riguarda la storia – che risale al 2017 – di un padre che, a Torino, ha pagato un criminale per picchiare il figlio gay e chirurgo, nella fattispecie per spezzargli le mani che utilizza tutti i giorni per lavorare.
Che schifo. Avrebbe scoperto l’omosessualità del figlio e reclutato un delinquente per spezzargli le dita e impedirgli di diventare chirurgo. Un abbraccio e solidarietà al ragazzo, con l’augurio di realizzare il suo progetto di vita. Sarà la migliore risposta ad un padre indegno. pic.twitter.com/gpFWUsi0c9
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) December 16, 2020
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Padre paga per spezzare le mani al figlio gay chirurgo
La storia sta rimbalzando su tutti i quotidiani perché la fine della vicenda risale a ieri, 15 dicembre 2020. L’imputato, un padre libero professionista di 75 anni ha patteggiato una pena di due anni per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti del suo stesso figlio e dell’ex moglie. Quel figlio chirurgo che chiamava costantemente «finocchio» e a cui voleva che un criminale spezzasse le mani, fondamentali nel suo mestiere, così da rovinargli la vita. La colpa del 42enne, stimato chirurgo, era quella di essersi fatto fotografare in Francia al mare insieme a un celebre attore. Il criminale che avrebbe dovuto danneggiare irrimediabilmente le mani del chirurgo, constatato che la vittima era una brava persona e non «un delinquente» – come il padre l’aveva definito – ha scelto di avvertire il figlio e di non proseguire con il lavoro che gli era stato assegnato.
Giorgia Meloni prima nega l’omofobia, poi esprime solidarietà
«Che schifo», comincia la leader di Fratelli d’Italia. «Avrebbe scoperto l’omosessualità del figlio e reclutato un delinquente per spezzargli le dita e impedirgli di diventare chirurgo. Un abbraccio e solidarietà al ragazzo, con l’augurio di realizzare il suo progetto di vita. Sarà la migliore risposta ad un padre indegno». Al di là dei dettagli relativi alla notizia, che sono errati – l’uomo è già chirurgo -, c’è anche quel condizionale che stona. Avrebbe scoperto? Il figlio stesso aveva deciso di fare outing in famiglia rivelando il suo orientamento, venendo perseguitato dal padre in seguito alle foto pubblicate su un giornale che hanno reso pubblica l’omosessualità del figlio. La sola cosa giusta, in questo tweet, è quel «padre indegno». Un padre che, magari, non sarebbe mai arrivato a odiare quel figlio così tanto da volergli rovinare la vita se attorno alla comunità LGBTQ non girasse tanto odio. Quello stesso odio che per Giorgia Meloni non esisterebbe e che non ha necessità di essere contrastato con con il Ddl Zan.