Il Ministro italiano che confonde la pornografia con la prostituzione

Matteo Salvini, ospite di Francesca Fagnani a Belve, fa un discorso senza capo né coda sulla regolamentazione e la tassazione del "settore"

03/04/2024 di Enzo Boldi

In un’epoca storica in cui si sta parlando, giustamente, di una regolamentazione per quel che riguarda l’accesso ai contenuti riservati a un pubblico adulto, sarebbe necessario non confondere le acque. E invece succede che un Ministro della Repubblica italiana – con tanto di etichetta di vice-premier (anche se questa figura non è prevista dalla Costituzione) – vada in televisione per partecipare a un’intervista e si lasci andare nel più banale cliché dell’equiparazione tra la pornografia e la prostituzione. Due mondi che hanno un unico punto di contatto, quello legato agli aspetti sessuali. Eppure Matteo Salvini a “Belve”, la trasmissione condotta da Francesca Fagnani su RaiDue, riesce nell’impresa di mettere tutto sullo stesso livello.

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Nel classico mood che contraddistingue il programma, la conduttrice domanda al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un commento su una vecchia dichiarazione social fatta dalla pornostar Valentina Nappi. Lui glissa, parla di Rocco Siffredi e della serie Netflix uscita di recente, per poi parlare – rispondendo a domanda – del suo rapporto con la pornografia:

«Ai miei tempi era più difficile. Adesso sul telefonino, ahimè, è ancor più esorbitante. Ai miei tempi c’erano ancora i giornalini, quindi ci si vergognava quando si andava in edicola. Penso che nell’educazione sessuale di tutti ci sia stato quel passaggio lì». 

Fino a qui si tratta di uno spaccato di realtà. Un tempo, infatti, i contenuti per adulti esistevano – perlopiù – in formato cartaceo.

Salvini a “Belve” confonde il porno con la prostituzione

Poi, però, nel prosieguo della sua replica ecco che Salvini a “Belve” (video disponibile su RaiPlay, a partire da 1H, 36m e 40”) cade nel più classico dei cliché. Il paragone tra mondo della pornografia e prostituzione.

«Anzi, io dal punto di vista del lavoro sarei assolutamente a favore della regolamentazione, del riconoscimento e della tassazione anche di quella prestazione professionale». 

Ma di cosa sta parlando il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti? Il settore dell’intrattenimento per gli adulti è regolamentato già. Soprattutto per quel che riguarda i contratti tra gli attori che prendono parte alle scene. Al netto dell’amatorialità (con soluzioni, più o meno recenti, che prevedono il consenso firmato da parte di tutti i protagonisti di un contenuto), le produzioni sono gestite da grandi player del mondo della pornografia. Dunque, accordi – anche economici – tra le parti e regolare tassazione per la prestazione lavorativa. Salvini a Belve, dunque, si confonde con altro. Altro che viene sottolineato dalla conduttrice: «Ma lei parla del porno o della prostituzione». E il Segretario della Lega risponde come se nulla fosse: «Della prostituzione». Sottolineando che nella sua idea ci troviamo nello «stesso campo».

Una confusione paradossale tra due mondi che partono da presupposti completamente diversi. Proprio questo caos ci aiuta a introdurre il monografico di oggi in cui Giornalettismo analizzerà ciò che l’Italia sta provando a mettere in campo per regolamentare l’accesso ai siti che ospitano contenuti riservati a un pubblico adulto. Si parla di strumenti per l’age verification attraverso – probabilmente – la verifica della carta d’identità. È in corso una consultazione pubblica, avviata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che dovrebbe portare a una soluzione. Anche se tutto ciò – anche per questioni di sicurezza informatica – potrebbe trasformarsi in un boomerang.

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