Google continua a pagare multe in Russia

La società americana è stata nuovamente sanzionata per il rifiuto di rimuovere contenuti ritenuti illeciti da Mosca

17/02/2022 di Redazione

Continua la battaglia legale a colpi di multe (e di migliaia di dollari) tra la Russia e Google. Ancora una volta, infatti, il tribunale di Mosca ha condannato la società americana al pagamento di una sanzione (questa volta pari a 46mila dollari, 3,5 milioni di rubli) per essersi rifiutata di rimuovere dei contenuti ritenuti illegali. Da quando, nel dicembre 2021, Google si è visto colpito da una maxi multa da 95 milioni di dollari per lo stesso motivo, è diventata una prassi piuttosto diffusa presso il tribunale moscovita quella di non lasciar passare nemmeno il minimo rifiuto alla rimozione di contenuti digitali da parte della società di Mountain View, nell’ambito della sua funzine di motore di ricerca.

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Russia e Google, vecchie tensioni e una nuova multa

Ma la battaglia affonda le sue radici ben prima del dicembre 2021. Da tempo, infatti, Mosca pretende un maggiore controllo sui contenuti da parte di Google. Il Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa (chiamato Roskomnadzor) ha da diverso tempo nel mirino la condivisione di un determinato tipo di contenuto ritenuto illegale in Russia. Si tratta di una fattispecie piuttosto generica che comprende «siti web di organizzazioni terroristiche ed estremiste, siti web con immagini pornografiche di minori, così come i negozi online che vendono droghe». Secondo una precedente stima del servizio federale, Google rifiuterebbe la rimozione del 20-30% dei contenuti incriminati e questo provoca continue tensioni legali tra l’azienda e il tribunale moscovita.

Questa volta, vista la sanzione relativamente esigua per una multinazionale con un fatturato record da 257 miliardi di dollari nel 2021, i legali rappresentanti di Google non si sono nemmeno presentati in tribunale per fronteggiare le accuse. La sensazione è che le tensioni in Russia – per l’azienda americana – continueranno a vivere una fase di escalation nei prossimi mesi.

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