Un titolo e un editoriale, così Libero riesce a passare dalla parte del torto sulle parole di Rula Jebreal

Se le critiche per quel parallelismo forzato fatto dalla giornalista sono legittime, il quotidiano di Alessandro Sallusti prosegue nei suoi modi di attacco scomposti. Prima le dà della "scema", poi dell'infame. Infine dice che la sinistra ha un cancro in corpo "inestirpabile"

01/10/2022 di Enzo Boldi

C’è una linea sottile da non superare quando si è dalla parte della ragione e non si vuole finire da quella del torto. Ma quel flebile confine è stato superato da Libero quotidiano che oggi, per criticare – legittimamente – Rula Jebreal per quell’assurdo parallelismo tra una vicenda che ha visto coinvolto (in passato) il padre di Giorgia Meloni e le “ideologie” della leader di Fratelli d’Italia sugli stranieri migranti che vivono in Italia. Perché per contestare una posizione che si ritiene sbagliata, non si può passare all’insulto libero, con parole al vetriolo e vergognosi riferimenti (questa volta parlando della Sinistra) a mali incurabili.

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Giorgia Meloni ha già detto che Rula Jebreal sarà querelata per quanto pubblicato su Twitter. Un pensiero del tutto fuori luogo, soprattutto perché la storia personale della leader di Fratelli d’Italia non ha nulla a che vedere con quella di quell’uomo che abbandonò lei e la sua famiglia quando, in pratica, lei era ancora in fasce.

E già nella giornata di ieri, quando la “notizia” (le virgolette sono d’obbligo) che ripercorreva quella vicenda del passato di quell’uomo, oltretutto defunto, avevamo spiegato come la stampa italiana avesse mostrato – ancora una volta – il lato peggiore di sé. Poi, però, arriva Libero Quotidiano con questa prima pagina.

Già il titolo è da querela. Si chiede, con l’artifizio del punto interrogativo che – ovviamente – non ha la funzione di indicare una domanda – se Rula Jebreal sia “scema”. Ma il peggio prosegue nell’editoriale firmato dal direttore Alessandro Sallusti.

Rula Jebreal, il vergognoso titolo di Libero quotidiano (e non solo)

Dopo aver citato in più passaggi Bob Marley, Sallusti utilizza termini e modi censurabili per muovere quella che, ribadiamo, è una critica legittima. Dopo lo “scema” nel titolo, il direttore di Libero inserisce Rula Jebreal «nella categoria degli infami». Infami che, per lui, «sono una pessima razza, peggiori degli assassini». Ma non finisce qui. Perché il giornalista ne ha anche per il Partito Democratico che non si sarebbe dissociato da quel parallelismo forzato sul padre di Giorgia Meloni: «Il silenzio con il quale ha accolto le parole infami della Jebreal è la prova che il cancro che cova in corpo è inestirpabile». Non proprio il modo per rivendicare delle ragioni. Il modo migliore per riuscire nell’impresa (in questo caso era difficilissima) di passare dalla parte del torto.

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