La disgustosa prova della stampa italiana sulla storia del papà di Giorgia Meloni
Abbiamo davvero bisogno di queste notizie per creare una opposizione credibile? Qual è, poi, l'interesse pubblico di questa notizia?
30/09/2022 di Gianmichele Laino
La prova peggiore della stampa italiana in questa coda lunga di campagna elettorale, anche dopo il voto. Per distacco. Si sono resi responsabili di tutto questo tutte quelle testate del nostro Paese che hanno ripreso, senza analisi critica, la notizia che è stata pubblicata – con un tempismo d’altri tempi – dal Diario de Mallorca, un quotidiano spagnolo. In realtà, etimologicamente parlando, non si potrebbe nemmeno parlare di “notizia”, dal momento che c’è davvero poco di nuovo in una storia che risale agli anni Novanta e che riguarda una persona non più in vita. Si tratta della vicenda del narcotraffico e del papà di Giorgia Meloni. Qui vi proponiamo una schermata di Google News, con i principali titoli di questa storia: difficile che ci sia stata qualche testata italiana che, in nome del trend, della ricerca virale o soltanto dell’opposizione politica (ma davvero abbiamo bisogno di questo tipo di opposizione?), si sia risparmiata il racconto.
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Papà di Giorgia Meloni e la pessima prova della stampa italiana
Nel dare questa notizia c’è molto poco di deontologico. Ci sono accostamenti e suggestioni, ad esempio, tra la leader del partito più votato nelle elezioni politiche 2022 e la vicenda di cronaca che, quasi trent’anni fa, ha riguardato il padre. C’è una ripresa pedissequa della fonte originale (la stampa spagnola), a cui le testate italiane non hanno aggiunto davvero nulla, se non una ondata di commenti. C’è il tentativo di sfruttare la pubblicazione di questa notizia sui social network per provare a suscitare una ondata di indignazione e di commenti, degni della gogna mediatica del peggior momento della strategia social denominata “Bestia” che in passato Salvini (e – in parte e in forme diverse – la stessa Meloni) avevano attuato, soprattutto su Facebook.
Giorgia Meloni non aveva avuto più contatti con il padre da quando aveva 11 anni. Praticamente, la vicenda si è verificata quando i due – l’uno per l’altra – erano diventati due estranei. Ma questo è già un giudizio di merito su una vicenda che, persino oggettivamente, non aveva alcun carattere di notiziabilità, in questo preciso momento storico. Forse i principi di notiziabilità potevano starci nel 1995, anno in cui questa vicenda si è svolta, sia per la tematica del narcotraffico, sia per il fatto che un cittadino di origini italiane era stato arrestato e condannato in Spagna. Ma non sarebbe stata comunque una notizia da prima pagina. Oggi, a distanza di quasi trent’anni – quando i protagonisti della vicenda non ci sono più – lo diventa addirittura. In nome di una ingerenza editoriale che ha spinto a riportare alla luce una storia scritta dalla stampa spagnola; in nome di un maldestro tentativo di opposizione politica a mezzo stampa che, in realtà, altro non è che un boomerang. Perché raccontare una storia così permette ancora di più a Giorgia Meloni – o a chiunque altro – di dare un ulteriore colpo alla delegittimazione della stampa italiana.
NB. Questo articolo contiene al suo interno delle opinioni personali dell’estensore