Cosa sono le robocall e cosa c’entra l’intelligenza artificiale

Si tratta di quei messaggi pre-registrati che raggiungono le persone al telefono per comunicare delle informazioni (oppure, in alcuni casi, per dare vita a delle vere e proprie truffe)

09/02/2024 di Gianmichele Laino

Un piccolo brusio all’inizio della chiamata che, solitamente, arriva sul tuo smartphone a partire da un numero che non hai registrato in rubrica. La sensazione che ci sia qualcuno che respiri dall’altra parte del telefono. Invece, dopo qualche istante di tempo sospeso, ecco che parte una voce registrata. Si tratta di una robocall, un modo per raggiungere le persone in maniera automatizzata: un messaggio pre-registrato comunica delle informazioni a una serie abbastanza vasta di utenti, attraverso delle chiamate che vengono gestite contemporaneamente. Ultimamente, per questi strumenti si fa sempre più ricorso all’intelligenza artificiale relazionale. E non sempre è una buona notizia.

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Cosa sono le robocall: l’utilizzo dell’AI è sempre più frequente

Come ogni sfumatura della tecnologia, le robocall non sono intrinsecamente buone o intrinsecamente cattive. Pensiamo per un attimo a quelle chiamate registrate che avvisano gli utenti in occasione di annunci relativi a voli o alla loro cancellazione. Un sistema di chiamate automatizzate potrebbe essere utile anche in ambito sanitario per gestire le prenotazioni delle prestazioni mediche. Insomma, ogni cosa che è servizio – una semplice informazione che l’utente deve solo ricevere, senza la necessità di interagire – potrebbe essere comunicata attraverso una robocall. Anche negli Stati Uniti – dove c’è una legislazione abbastanza stringente a proposito delle chiamate automatizzate -, alcuni tipi di robocall sono consentite.

Il problema è quando la voce registrata inizia a pretendere una certa interazione con l’essere umano che sta dall’altro capo dello smartphone: in quei casi, è molto verosimile che si stia trattando di una truffa. Alcune robocall, infatti, sono costruite in modo tale da far interagire il destinatario della telefonata che – con le sue risposte (anche innocenti alla semplice domanda “mi senti?”) – potrebbe dare il via a trattamenti non leciti dei propri dati personali.

Inoltre, nell’ultimo periodo, si stanno verificando sempre maggiori situazioni in cui l’intelligenza artificiale viene utilizzata nelle robocall. Se esiste un vero e proprio filone dell’AI che serve a ottimizzare il lavoro dei call-center, migliorando l’attenzione verso il cliente e gestendo in maniera più semplice e meno articolata le comunicazioni all’interno delle aziende che si servono di queste tecniche, è pur vero che l’intelligenza artificiale è in grado di creare audio deepfake che possono alterare la percezione della comunicazione e indurre più facilmente l’utente a cadere nella truffa.

Infine, le tecniche di spoofing – che permettono alle robocall di raggiungere gli utenti a partire da numeri di telefono che, a display, sembrano inizialmente conosciuti ma che in realtà schermano numeri che non coincidono con quelli conosciuti – fanno il resto. Insomma, l’impiego dell’intelligenza artificiale in questo settore riesce a nascondere più di una insidia.

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