Riconoscimento facciale per pagare le tasse? Sarà per un’altra volta

L'Internal Revenue Service, l'agenzia governativa che si occupa della riscossione dei tributi all'interno del sistema tributario degli Stati Uniti d'America, ha rinunciato al piano annunciato alcune settimane fa

08/02/2022 di Enzo Boldi

L’annuncio in piena estate aveva provocato numerose polemiche nel popolo americano. La IRS (Internal Revenue Service) aveva pianificato la richiesta di avviare un progetto di pagamento delle tasse attraverso il riconoscimento facciale. Da quel giorno sono iniziate moltissime contestazioni, anche da parte di associazioni in difesa della privacy e dei dati personali dei cittadini. E dopo alcuni mesi di tensioni è arrivato il passo indietro: almeno per il momento, dunque, negli Stati Uniti non si utilizzerà il rilevamento biometrico per pagare i tributi dovuti allo Stato.

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Il piano “estivo” della IRS prevedeva alcuni passaggi: chiedere agli utenti di inviare una scansione di riconoscimento facciale attraverso il controverso e contestato software ID.me per poter accedere alla propria pagina personale e procedere – come di rito – alle operazioni online per pagare quanto dovuto allo Stato. Una mossa che, secondo i proponenti, avrebbe ridotto al minimo i tentativi di frode, ma a che prezzo? Varie associazioni ed esperti di privacy hanno sottolineato come tutto ciò mettesse a rischio la protezione dei dati personali dei cittadini-utenti. Soprattutto perché il software in questione, ID.me, finisce quasi quotidianamente sotto approfondimenti per via di alcune criticità sul rispetto della privacy nelle scansioni.

Riconoscimento facciale per pagare le tasse, IRS rinuncia

L’agenzia di riscossione delle tasse negli Stati Uniti, quindi, ha deciso di ascoltare le critiche e le contestazioni, facendo un passo indietro. Come riporta Gizmodo, Chuck Rettig – commissario della IRS -, ha spiegato così questo cambio di rotta rispetto ai piani iniziali: «Prendiamo sul serio la privacy e la sicurezza dei contribuenti e comprendiamo le preoccupazioni che sono state sollevate. Tutti dovrebbero sentirsi a proprio agio con il modo in cui le proprie informazioni personali sono protette e stiamo rapidamente perseguendo opzioni a breve termine che non implicano il riconoscimento facciale». Ma la decisione, sta di fatto, è arrivata dopo le polemiche.

Polemiche che non si sono consumate solamente sui social. Perché anche una parte della politica americana ha protestato contro quell’annuncio propedeutico fatto questa estate dall’Internal Revenue Service. Lettere e indicazioni per sottolineare come un argomento così sensibile, come il riconoscimento facciale, non possa essere affrontato con superficialità e, soprattutto, non per procedere con la verifica e il pagamento delle tasse. Anche perché, come accade in tutto il mondo, la legislazione sul riconoscimento biometrico è ancora molto lacunosa. Quindi, almeno per ora, tutto rimarrà com’è.

 

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