La Russia vuole far pagare un viaggio in metro con il riconoscimento facciale

Polemiche per la privacy con la declinazione dell'intelligenza artificiale anche con il Face Pay

08/03/2021 di Enzo Boldi

Metterci la faccia, anche per pagare un singolo biglietto per un singolo viaggio nella metropolitana di Mosca. È questo il piano, che dovrebbe diventare effettivo entro la fine del 2021, in quel della capitale russa (e non solo): il riconoscimento facciale in Russia potrebbe diventare, a breve, un metodo di pagamento per usufruire dei mezzi pubblici nelle varie città. La tecnologia si chiama Face Pay e ha già provocato molte polemiche per quel che riguarda la sicurezza e la privacy dei cittadini.

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Come riporta la Reuters, entro la fine dell’anno questo sistema di pagamento tramite riconoscimento facciale in Russia diventerà effettivo. Una conferma è arrivata anche dal capo del servizio di sicurezza delle metropolitane: «Il sistema di riconoscimento facciale non conosce nomi, cognomi o altri dettagli personali – ha spiegato Andrei Kichigin -. Le informazioni saranno archiviate in un centro di elaborazione dati a cui ha accesso solo il personale del ministero degli interni». Ma gli ulteriori dettagli non sono ancora stati resi noti. La tecnologia Face Pay per pagare i biglietti della metropolitana, infatti, è ancora in fase di sperimentazione.

Riconoscimento facciale in Russia per pagare i biglietti della metro

Quello del Face Pay è un argomento di cui si parla molto in Russia. Già lo scorso anno, per esempio, alcuni esercizi commerciali stavano testando questa nuova tecnologia. E la sperimentazione sembra esser piaciuta a Mosca, con l’ufficializzazione delle prove tecniche presso i tornelli della metropolitana moscovita. I motivi di tutto ciò? Secondo le fonti istituzionali, questa svolta tecnologica consentirà di snellire le code in fase di accesso ai mezzi pubblici.

Problemi di Privacy

Ma, come spesso accade, ogni novità porta con sé dei lati oscuri. A segnalare possibili problemi di privacy è stato Sarkis Darbinyan, capo del dipartimento legale di Roskomsvoboda (gruppo che si occupa di protezione dei diritti digitali e della libertà di informazione): «I funzionari delle forze dell’ordine, che nessuno controlla, avranno accesso a queste videocamere, quindi naturalmente ci saranno casi di abuso, monitoraggio e una sorta di repressione politica».

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