Il canale d’emergenza contro il revenge porn lanciato dal Garante della Privacy l’8 marzo

Si tratta di una diretta conseguenza di quanto fatto lo scorso anno

08/03/2021 di Gianmichele Laino

Un primo passo, in una data simbolica. Nella giornata internazionale per i diritti delle donne dell’8 marzo, il Garante della Privacy ha annunciato l’apertura, attraverso uno spazio dedicato sul proprio sito internet, di un portale di segnalazione preventiva contro il revenge porn. Si tratta di un’iniziativa figlia di un progetto pilota partito lo scorso anno e che ha visto il coinvolgimento di Facebook: un canale contro revenge porn, dunque, rappresenta una nuova arma per fare in modo che le immagini sessualmente esplicite, girate o diffuse senza il consenso della vittima, possano essere cancellate da Facebook e Instagram, limitandone la circolazione e, di conseguenza, i loro effetti potenzialmente devastanti.

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Canale contro revenge porn, le segnalazioni al Garante della Privacy

Si tratta di una situazione che, al momento, vede coinvolti esclusivamente due piattaforme di social networking come Facebook e Instagram (sappiamo, invece, che molte immagini di revenge porn vengono diffuse in servizi di messaggistica, da WhatsApp a Telegram), ma che comunque funzionerà per fare un primo passo verso una risoluzione pratica del problema (ovvero la pressoché immediata cancellazione di immagini diffuse senza consenso, prima che queste possano diventare virali).

Le caratteristiche per richiedere la rimozione di questi contenuti attraverso la piattaforma lanciata oggi dal Garante della Privacy italiano sono piuttosto definite: le immagini devono contenere nudità o atti sessuali, devono essere state realizzate in ambienti privati, devono coinvolgere direttamente il segnalante, devono riguardare un interessato maggiorenne al momento della foto o del video, devono essere nella disponibilità dell’interessato e non devono essere di bassa qualità, potrebbero essere diffuse su Facebook e Instagram.

Una volta individuate queste caratteristiche, Facebook codificherà l’immagine o il video con un codice hash, rendendo le immagini irriconoscibili a occhio nudo e bloccando i tentativi – che pure ci saranno – di pubblicazione delle stesse o dei video sulle proprie piattaforme. Facebook garantisce il massimo riserbo, con la distruzione delle immagini entro sette giorni dalla segnalazione e con il divieto della loro diffusione sulle piattaforme. Il link che servirà a procedere con la conferma della cancellazione delle immagini verrà inviato da Facebook stesso al profilo dell’utente che ha fatto la segnalazione e che dovrà, quindi, indicarlo all’interno del modulo caricato sulla piattaforma del Garante della Privacy.

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