Adesso Facebook punta tutto sulle preghiere

È attiva, non ovunque e non per chiunque, la nuova funzione per "richiedere una preghiera" all'interno dei gruppi religiosi

10/08/2021 di Enzo Boldi

Gli “Amen” sono destinati a scomparire dalla galassia di Facebook. Il social network, infatti, ha dato il via a una campagna di “affiliazione” (le virgolette sono d’obbligo) con la religione. Da qualche settimana (per il momento il “privilegio” è riservato a pochi) Menlo Park ha concesso ad alcuni gruppi religiosi di testare questa nuova funzione: la richiesta di preghiera su Facebook. E non c’è solamente questo: al posto dei classici “mi piace” (i like) o delle varie reaction aggiornate nel corso degli anni, gli utenti potranno rispondere con un commento (e fino a qui nulla cambia) o premendo il tasto “I prayed” (ho pregato)

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A spiegare questo ammiccamento di Facebook alla religione (in tutte le sue sfaccettature e per moltissime fedi) è stato il New York Times che ha anche raccontato le prime esperienze di alcune comunità che si riuniscono non solo nei canonici luoghi sacri, ma anche sulle piattaforme social. In precedenza abbiamo parlato di “affiliazione” perché, di fatto, si tratta di vere e proprie partenership con alcuni gruppi religiosi. Questo ne è un esempio.

Richiesta di preghiera Facebook, la nuova funzione social

E alla richiesta di preghiera Facebook, si può rispondere in tanti modi: con un commento, con un ormai banale “like”. Ma in questi gruppi selezionati si può anche adottare la via più legata alla profonda fede, premendo sul tasto “I prayed“. E la sperimentazione, partita negli Stati Uniti (seppur in forma ridotta) nel dicembre dello scorso anno, sembra aver attirato l’attenzione di moltissime comunità religiose. Particolarmente attratte da questa nuova esperienza social sono quelle realtà dei piccoli e medi centri urbani, molto diffusi negli USA.

Il ruolo della pandemia

E quel test è solo l’inizio – accelerato a causa della pandemia – di un progetto che ben presto potrebbe essere esteso alla piattaforma social nella sua interezza. A spiegarlo è stato un portavoce di Facebook all’Associated Press: «Durante la pandemia di COVID-19 abbiamo visto molte comunità di fede e spiritualità utilizzare i nostri servizi per connettersi, quindi stiamo iniziando a esplorare nuovi strumenti per sostenerle». E la soluzione sembra essere un tool specifico, con la preghiera che diventa digitale. E così sia.

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