Il fascicolo con l’accusa di revenge porn (contro ignoti) nell’inchiesta su Ciro Grillo e i suoi tre amici

In base alla documentazione contenuta nei faldoni, è sembrato inevitabile indagare anche su questa fattispecie

09/07/2021 di Redazione

Il video delle drammatiche ore di Cala di Volpe era finito in diverse chat. La sensazione si era già avuta quando – nei giorni scorsi – alcuni organi di stampa avevano indugiato un po’ troppo nella descrizione di alcuni dettagli di quanto accaduto alla ragazza italo-norvegese, conosciuta in discoteca e poi arrivata nell’appartamento delle vacanze dove Ciro Grillo – figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo – e i suoi tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia stavano trascorrendo le vacanze. Ma lo si evince ancor di più dagli estratti delle conversazioni via app di messaggistica delle persone coinvolte. Per questo la procura di Tempio Pausania ha aperto un fascicolo – al momento contro ignoti – per considerare anche l’eventuale reato di revenge porn.

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Revenge porn sul caso di Ciro Grillo, l’ipotesi della procura

I messaggi si affollano nelle chat dei quattro ragazzi. C’è chi chiede di vedere quel video che «ormai hanno visto tutti». Il tono era più o meno questo nelle conversazioni con Capitta, anche se quest’ultimo rispondeva che non si poteva fare. Ma tanto è bastato agli inquirenti per provare a ricostruire una linea di condivisione di quelle immagini che si sono rivelate decisive per l’altro filone dell’inchiesta, quello principale, per il quale nelle prossime ore ci sarà l’udienza preliminare davanti al gup.

Al momento, i ragazzi hanno ammesso di aver mostrato i video ad altre persone, ma hanno negato di averli fatti circolare. Al contrario, i genitori della ragazza, in una lettera aperta, hanno parlato di immagini della figlia «condivise come un trofeo». Parole che potrebbero aver spinto gli inquirenti ad aprire un filone di indagine parallelo, vista la fattispecie del reato di revenge porn. A due anni, ormai, dalla definitiva approvazione del Codice Rosso, il revenge porn rappresenta un reato consolidato nella giurisprudenza italiana, con dei contorni precisi e definiti. Si ricorda che la circostanza è rappresentata dalla pubblicazione, condivisione, diffusione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso delle persone rappresentate; reato che si applica – e questo è un dettaglio non di poco conto – anche a chi dovesse aver ricevuto le immagini di cui sopra, favorendone ulteriormente la diffusione. Insomma, il fatto che il fascicolo sia stato aperto contro ignoti lascia aperte diverse strade. E non è detto che i quattro ragazzi possano essere gli unici coinvolti in questo filone dell’inchiesta di Tempio Pausania.

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