Il grande (e prevedibile) flop del Registro delle opposizioni

Dopo quasi un anno e e mezzo dalla sua estensione anche ai numeri mobile, i call center e le truffe telefoniche non sono diminuite. Anzi, il fenomeno è in crescita

09/02/2024 di Enzo Boldi

Era il 27 luglio del 2022. Un giorno che poteva essere iscritto nel calendario delle date più importanti per i cittadini. Una data che poteva rappresentare la liberazione dalle chiamate aggressive, senza soluzioni di continuità, da parte di call center. Era il giorno in cui il Registro Pubblico delle Opposizioni apriva le porte anche ai numeri mobile, dopo aver fatto il proprio esordio (nell’aprile dello stesso anno) per i numeri fissi. Dopo quasi due anni, però, possiamo dirlo: è stato un totale flop. Anzi, con il passare del tempo, il telemarketing aggressivo è diventato ancor più aggressivo e i cittadini vedono i propri telefoni invasi da telefonate di numeri sconosciuti che, spesso e volentieri, si rivelano truffe o tentativi di frodi.

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Nonostante le implementazioni e l’arrivo di un codice di condotta per il telemarketing, il Registro delle opposizioni non ha funzionato. Solo all’inizio sono stati registrati dei piccoli risultati positivi. Poi il nulla. Ogni giorni, la maggior parte dei cittadini italiani riceve almeno una (nel migliore, e raro, dei casi) telefonata da parte di un operatore di un call center che cerca di vendergli un prodotto. In particolare, negli ultimi mesi sono esponenzialmente cresciute quelle relative ai servizi di luce e gas. Poi, parallelamente, ci sono le truffe come quelle degli investimenti in criptovalute o del trading sulle azioni di Amazon (che l’azienda e-commerce ha sempre smentito). A ricevere queste telefonate sono praticamente tutti, anche coloro i quali si sono iscritti (anzi, hanno iscritto i loro numeri di telefono) all’apposito registro.

Registro delle opposizioni, il grande e prevedibile flop

Fin dall’inizio, erano emerse molte criticità sul reale funzionamento del Registro delle Opposizioni. Troppi attori in campo, troppo lente le procedure per arrivare a un provvedimento sanzionatorio nei confronti di aziende di call center del telemarketing aggressivo. Si contano, infatti, sulle dita di una mano le multe comminate dalle Autorità garanti nei confronti di chi non solo non ha rispettato l’iscrizione del singolo cittadino al Registro, ma non ha neanche seguito nessuno dei principio del Codice di condotta del settore.

Ed è sempre più evidente che il reperimento dei nostri numeri di telefono non sia una mera responsabilità del singolo cittadino. In molte occasioni si è sollecitata una crescita nell’attenzione alle privacy policy delle aziende (non solo piattaforme online) a cui “concediamo” i nostri dati. Un esempio su tutte, per quel che riguarda l’offline, sono i moduli e i form per richiedere tessere punti a supermercati e altri esercizi commerciali. Un fattore che potrebbe aver acuito la facilità di reperimento del nostro numero di telefono sono i data breach che hanno colpito centinaia di aziende. Dunque, quei dati poi pubblicati nel deep web possono essere finiti in un grande registro alla mercé dei call center che operano nel “settore” del telemarketing aggressivo.

I robocall aggirano i paletti

Almeno su una cosa, c’è stato un intervento: il Registro delle opposizioni non permette di ricevere chiamate robocall. Un qualcosa di positivo, giusto? Purtroppo no. Seppur il fine fosse lodevole, andando a contrastare uno dei fenomeni più diffusi (anche per colpa dell’intelligenza artificiale), i call center hanno trovato una soluzione per aggirare i controlli: quando riceviamo una telefonata di questo tipo, infatti, possiamo notare che i primi secondi (due/tre) sono contraddistinti da un rumore di fondo. Nessuno parla dall’altra parte della cornetta, ma c’è un brusio che ricorda quello di un call center open space. Basta questo espediente, che anticipa il messaggio robotizzato, per evitare di essere bloccati. E questo rende il Registro un grande e prevedibile flop.

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