Morte clinica per il secondo bambino lanciato dalle scale da una detenuta di Rebibbia
19/09/2018 di Redazione
È ricoverato all’ospedale Bambin Gesù di Roma, ma la sua lotta tra la vita e la morte sarebbe stata inutile. Secondo fonti sanitarie, infatti, il bambino di 20 mesi lanciato dalle scale del carcere di Rebibbia dalla madre detenuta sarebbe «clinicamente morto»: l’intervento a cui è stato sottoposto nel pomeriggio di martedì 18 settembre, infatti, non avrebbe avuto l’esito positivo che i medici avevano in un primo momento sperato. Nulla da fare, dunque, per il piccolo di quasi due anni.
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Rebibbia, morte clinica anche per il secondo bambino: il comunicato del Bambin Gesù
Già nella giornata di ieri, si era registrato il decesso della sorella di 4 mesi, morta sul colpo dopo il folle gesto della madre, una detenuta tedesca di 30 anni. Il bambino che sarebbe stato dichiarato clinicamente morto aveva riportato un violento trauma da caduta, con conseguente danno cerebrale. Inutile, la corsa dei medici per cercare di salvarlo.
«Le condizioni del bimbo sono purtroppo gravissime – si legge in un comunicato diramato dall’ospedale Bambin Gesù – Le ultime indagini necessarie per la valutazione del quadro clinico hanno confermato la condizione di coma areflessico con elettroencefalogramma isoelettrico. Prosegue supporto rianimatorio avanzato, ma è in programma l’accertamento della morte cerebrale».
Rebibbia, il folle gesto della detenuta e il pugno duro del ministro Bonafede
Non si conoscono ancora i motivi che hanno portato la donna, che stava accompagnando i bambini al nido del carcere femminile di Rebibbia, a compiere il folle gesto. Probabile un raptus improvviso, dal momento che, a quanto pare, niente faceva presagire una situazione del genere.
Nella giornata di oggi, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso di applicare il criterio della tolleranza zero per chi dirige il carcere romano. Il guardiasigilli, infatti, ha optato per la sospensione sia della direttrice, sia della vicedirettrice della sezione femminile del carcere di Roma-Rebibbia, sia ancora del vicecomandante del reparto di Polizia Penitenziaria.
FOTO: ANSA/FRANCESCO TAMBURRO