I 4 milioni e mezzo di italiani che per “informarsi” utilizzano solamente i social

Numeri che sono importanti, soprattutto per quel che riguarda le fonti affidabili e la condivisione di fake news sulle varie piattaforme. Lo si evince dal rapporto dell'Osservatorio Censis - Ital Communications 2021

28/12/2021 di Enzo Boldi

Si sta per concludere il secondo anno vissuto in piena pandemia, tra i classici sali e scendi delle varianti che cambiano di mese in mese lo status quo. È stato l’anno dei vaccini, degli interrogativi sulla loro efficacia e sulla durata dell’immunizzazione. E anche su questo tema ne sono state dette tante, da molti. Anche da chi, solamente per fagocitare le proprie convinzioni, non ha esitato a condividere sul web paradossali storie (alcune palesemente false, altre retoricamente e dialetticamente ben costruite) che hanno dato vita a una narrazione parallela che ha fatto più danni della grandine. E un ruolo fondamentale nella vasta Eco di tutto ciò l’hanno avuta, come al solito, i social network. E il quadro offerto dalla situazione italiana raccontata dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Censis – Ital Communications 2021 è quasi disarmante.

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Il dato più emblematico arriva da questa esposizione di dati raccolti che mostrano come parte della popolazione scelga come fonte primaria (e unica) di informazione non gli organi di stampa (neanche declinati sotto tutte le vesti che, in questo periodo ancor più di prima, abbiamo imparato a conoscere) e neanche le comunicazioni ufficiali e istituzionali. Ben 4 milioni e mezzo di italiani si “informa” solamente attraverso le piattaforme social, con tutti gli annessi e connessi di una visione che può essere facilmente distorta, ancor più rispetto agli altri media.

Rapporto osservatorio Censis 2021 sull’utilizzo dei social in Italia

«14 milioni e mezzo di italiani (il 30,1% dei 14-80enni) utilizzano Facebook per avere notizie, con quote che raggiungono il 41,2% tra i laureati, il 39,5% dei soggetti con età compresa fra 30 e 44 anni, il 33% delle donne – si legge nel comunicato stampa che accompagna il rapporto Censis 2021 con Ital Communications -. E non c’è solo Facebook: il 12,6% della popolazione acquisisce informazioni su YouTube (e la quota è del 18% tra i giovani) e il 3% su Twitter (5% tra i più giovani). In genere i social sono utilizzati in combinazione con altre fonti informative. Ci sono, tuttavia, 4 milioni e mezzo di italiani che si informano solo sui social network e che sono particolarmente esposti alle fake news, che finiscono per influenzare la loro visione del mondo e condizionarne le scelte».

La scelta delle fonti della notizia, dunque, diventa fondamentale per capire lo stato della situazione. Non esiste un’unica fonte affidabile, visto che anche gli “esperti” che hanno affollato le trasmissioni televisive e le pagine dei giornali si sono trovati imprigionati dietro pensieri che cambiavano dalla notte al giorno, in base alla mutazione del virus e di tutto quello che ne è conseguito e ne consegue tutt’ora. Il loro parere, sempre secondo il rapporto dell’Osservatorio Censis 2021, è comunque apprezzato dal 54,2% della popolazione.

Il ruolo dell’informazione

Un altro dato che emerge dal rapporto è alquanto inquietante: «Significativo che il 41% di chi ha deciso di non vaccinarsi non giudichi affidabile nessuna fonte informativa». Insomma, decidono di testa loro senza dar retta a nessuno. Né ai medici, né alle comunicazioni ufficiali, né agli organi di stampa. Ed è qui che occorre una profonda riflessione anche sul ruolo dei media tradizionali oggi. Perché se è vero che alcuni italiani (e non solo) non “duri e pure” e non ascoltano nessuno, è anche vero che la stampa (nel concetto più esteso del termine) non ha dato il meglio di sé. Spesso e volentieri si è perso quel ruolo informativo, sostituito dalla ricerca del click condividendo non-notizie che non hanno fatto altro che acuire una riflessione. Una parte della responsabilità, dunque, la ha anche “l’informazione” che non è stata in grado di recuperare quel ruolo principale: dare notizie verificate. E basta.

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