Quelli che curano il cancro con il bicarbonato e altre miserabili storie

LA PROVA DEL NOVE – Interessante anche la descrizione effettuata da Di Grazia di un altro di questi casi, che magari può valere, per chi non ha voglia di leggersi la documentazione, come prova del nove:

In un altro caso recente si lascia passare l’idea che una donna sia guarita da un tumore grazie alle cure di Simoncini. Lo dice lei stessa nel suo sito. La donna che si dichiara “documentarista di miracoli” e che realizza film di guarigioni miracolose, appare nell’ennesima testimonianza video nella quale non si hanno tracce di referti, cartelle, documenti o dati di fatto relativi al presunto tumore che l’avrebbe colpita. Dopo la lunga intervista si assiste ad un intervento chirurgico di rimozione del tumore e l’unico intervento del bicarbonato consisterebbe (è quello che si vede nel video) in un lavaggio del campo operatorio alla fine dell’operazione. Non si capisce quindi cosa vorrebbe dire la donna quando afferma: “Quando ho scoperto la cura del cancro con il bicarbonato di soda del dottor Simoncini, sono passata a questo ed ho curato il mio cancro in poche settimane”. Eppure nel video si mostra un’intervento chirurgico che asporta il presunto tumore.

Mostrare una cosa e affermarne un’altra: in altri tempi l’avrebbero chiamata prestidigitazione. O forse un modo nemmeno troppo elegante per pararsi il didietro in caso di problemi legali.

VOGLIAMO ESSERNE SICURI? – Ma se non ci fidiamo, possiamo anche ascoltare quest’altro caso dalla viva voce di Di Grazia, visto quello che ha scoperto: “E’ un caso di guarigione che riguarda un tumore polmonare. Ne ho parlato diffusamente da me. Viene presentato su un sito internet in questo modo:

Ed è un falso clamoroso. Le due immagini sono queste:


Ho spiegato tutto nel mio blog:

Nella parte sinistra (la destra del paziente) della seconda foto (come si vede meglio dalla sovrapposizione delle immagini) l’aspetto del torace destro del paziente è molto diverso da quello che vediamo nella prima foto e questo è normale. Ma nella parte destra (per chi guarda) l’immagine toracica è assolutamente identica, non simile o stranamente molto somigliante, è proprio la stessa. Nove mesi dopo insomma, il torace destro del paziente è totalmente cambiato di aspetto come è normale che sia a prescindere dall’eventuale presenza del tumore, quello sinistro è identico alla prima immagine. La clavicola destra (è quell’osso che nell’immagine diventa una linea chiara orizzontale, in alto, ben visibile nella prima delle due foto affiancate) del paziente addirittura, nella seconda immagine ha cambiato posizione trovandosi addirittura molto più in basso di quella sinistra. Un contorsionista non saprebbe farlo meglio.
Questo vuol dire che il mago del bicarbonato ha usato un semplice programma di fotoritocco (come Photoshop) per modificare la parte sede del presunto “tumore” lasciando identica quella senza alcuna lesione. Si può notare bene in quanto la metà con il “tumore” cambia totalmente mentre l’altra resta identica ed io non ho mai conosciuto una persona che riesca a muovere solo la metà del suo torace mentre l’altra resta più che immobile, congelata.
In pratica ha “cancellato” il tumore sostituendo l’immagine originale con una di un’altra radiografia. Quello che si dice in gergo un “fotomontaggio”.

“Tutto qui”, racconta con un pizzico di delusione il dottore non radiato. “Trucchi ridicoli, fotomontaggi, cose dozzinali. Non stiamo parlando di qualcuno che ha falsificato risultati di analisi di laboratorio o roba del genere, ma proprio di stupidaggini del genere”.

 

THE DOCTOR IS IN – La cosa interessante di tutta questa storia è che Simoncini, in un certo senso, esercita ancora. L’Antitrust lo ha recentamente multato per la vendita del suo metodo via internet per 50mila euro, e gli ha intimato di cessare l’attività. Ma ora il suo sito risulta intestato a una donna, di nazionalità probabilmente dell’Europa dell’Est. In quanto a lui, il suo studio esercita ancora a Roma. E continua, ogni tanto, ad annunciare qualche successo nelle cure del cancro con il bicarbonato. “Per quanto ne so io, però, ha cambiato metodo”, dice Di Grazia. “La sua metodologia nella presentazione dei risultati è questa: se una persona guarisce perché ha subito delle operazioni e insieme ha utilizzato la sua tecnica, comincia ad affermare (o fa scrivere ad altri) che ha vinto un’altra battaglia contro il cancro. Non dice mai se una persona ha subito o no un intervento, per farlo tocca mettersi a verificare rileggendo la storia da capo o interpretando gli scarsi documenti che offre. In questo modo se ne attribuisce il merito fino a prova contraria. Ovvero finché qualcuno non decide di prendersi la briga di andare a verificare quello che c’è scritto nelle fonti o quello che si vede nei video”.

LE IENE PORTANO MALE
– Questo per quanto riguarda l’attività “scientifica”. Per ciò che concerne invece quella “professionale”, Di Grazia ne ha avuto una prova quando l’hanno contattato le Iene per provare a fare un servizio su Simoncini. Dopo aver preso informazioni su di lui, due giornalisti del programma di Italia 1 si sono presentati nello studio dell’uomo, tentando di ottenere informazioni sul suo modus operandi fingendosi dei pazienti. Simoncini ha dichiarato di muoversi in questo modo: chiede ai pazienti di pagare la visita, e poi li invita a farsi operare in Serbia da un medico di sua fiducia, allo scopo di farsi infilare un catetere dal quale il bicarbonato andrà a finire sul tumore, curandolo. “In questo modo” – spiega Di Grazia – “nemmeno si spiega chiaramente cosa succede, e soprattutto è chiaro che il bicarbonato da solo può anche non far nulla di bene, ma nemmeno nulla di male”. In pratica è qualcosa di innocuo, nella migliore delle ipotesi. Peccato che invece venga presentato come una cura, con tanto di falsi casi di guarigione.

IN CONCLUSIONE – Questa è la fine della storia. Tutto quello che avete letto è equilibrato, racconta fatti, non nasconde alcun tipo di verità. Non è però (soltanto) professionale. E’ infatti responsabile: spiega con equilibrio e senza dare troppo retta alla voglia di sarcasmo , e come va ancora, una storia di cui le persone debbono avere memoria. Basandosi su riscontri oggettivi e pareri di esperti, non su infantilismi, isterie e bambinesche manie egocentriche. Un media responsabile questo fa: su alcune questioni, si limita a raccontare i fatti, senza tentare di circuire il lettore con frasi a effetto e patenti di “cazzaro” date a sproposito. Perché il cancro, la vita e la morte sono argomenti troppo seri per pensare di giocarci anche solo con le parole.

AL LETTORE – A chi legge la scelta se credere ai fatti o alle chiacchiere da bar di chi non sa nemmeno di cosa parla. E sulla coscienza di questi ultimi ricadrà, moralmente, la responsabilità di continuare a raccontare frescacce sul bicarbonato che cura il cancro. Finché magari qualcuno finirà per crederci per davvero, a queste cazzate (sì, adesso la parola è giusta). Certo, la responsabilità penale è personale. Su quella morale, magari, si potrebbe anche discutere.

Una piccola nota ad personam in post scriptum, gli estranei sono pregati di non tenerne conto: scrivere questo articolo per me è stato molto difficile, in primo luogo perché prima dell’altro ieri avevo soltanto un’infarinatura del tema, e in secondo luogo per un caso di familiare a me molto vicino in cui la chiemioterapia non ha avuto l’effetto sperato. Eppure, con l’aiuto di chi poteva parlarmi da esperto nel tema, ho cercato di affrontarlo nella maniera più equilibrata possibile. Spero di esserci riuscito. E spero anche di aver comunicato qualcosa a chi ha vissuto esperienze simili alla mia. E’ vero, queste possono farti mettere in dubbio l’efficacia della medicina ufficiale. E maledire il fato. Ma da qui a dare ascolto a gente che non ha nessun credito a livello scientifico ce ne corre. E soprattutto, è sempre meglio ricordare il detto: non metterti a discutere con uno stupido, dopo un po’ la gente tenderà a non notare più la differenza tra te e lui.
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