Putin mediatore tra Assad e Erdogan: i militari russi prendono il posto degli americani

Mentre Vladmir Putin si pone come mediatore tra Recep Tayyip Erdogan e Bashar al Assad, i militari russi prendono posto nelle basi abbandonate da americani, britannici e francesi. Mosca condanna quanto sta accadendo in Siria, ma si muove come un equilibrista sul filo del rasoio.

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Le forze russe stanno pattugliando le zone intorno a Manbij, una delle cittadine simbolo di questo nuovo conflitto: si trova al confine tra Turchia e Siria, sulla strada per arrivare a Kobane, ossia la roccaforte della popolazione curda. E mentre i militari si dispongono approfittando della ritirata un po’ in fretta e furia delle forze americane ordinata da Donald Trump, il Cremlino interviene sulla diplomazia. «Il dialogo tra Turchia e Siria è in corso» ha dichiarato Alexander Lavrentiev,  l’inviato speciale di Putin per la Siria, aggiungendo: «Penso non solo che lo scontro turco- siriano non sia nell’interesse di nessuno, ma anche che sarebbe inaccettabile». «Per questo, sia chiaro, non lasceremo che le cose arrivino a questo punto» ha continuato. Intanto, nelle stesse ore, il presidente Russo stava facendo visita a Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Non è un caso: si tratta degli alleati più forti nella zona degli Usa. Come scrive il corriere della sera, Putin «mescola affari e politica, dialogando in scioltezza con i sunniti di Riad senza perdere di vista gli sciiti di Teheran». Se Putin stia agendo per promuovere davvero la pace nella zona, lo dirà il tempo e il proseguo delle trattative. Certo è che ha trovato uno spazio dove posizionarsi, ancora una volta, in uno dei punti più caldi del medio Oriente.

(Credits immagine di copertina:  Â© Alexei Druzhinin via ZUMA Wire)

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