La nostra indagine: Pushwoosh è un’azienda russa o americana?

Tutte le strade portano a Novosibirsk, la città russa citata nell’articolo di Reuters

18/11/2022 di Giacomo Aschacher

L’inchiesta pubblicata a metà novembre da Reuters ha destato molto clamore attorno all’azienda Pushwoosh, fondata nel 2014 apparentemente negli Stati Uniti. Reuters ha invece rivelato, attraverso l’analisi di documenti russi disponibili pubblicamente, che la sede reale dell’azienda sembra invece trovarsi nella terza città più grande della Russia, Novosibirsk, dell’omonima regione che si trova nel sud-ovest della Siberia. Nei dintorni di questa città, ad Akademgorodok per l’esattezza, è presente un polo accademico delle scienze tra i più importanti della Russia e sede di numerosi istituti di ricerca e di sviluppo software. La zona viene infatti chiamata comunemente “silicon taiga”. 

Pushwoosh è russa? Ecco cosa abbiamo scoperto

In seguito alla pubblicazione dell’inchiesta, il CEO dell’azienda Max Konev ha dichiarato, in un comunicato ufficiale, che Pushwoosh Inc. è una società privata costituita ai sensi delle leggi statali del Delaware e non è mai stata di proprietà di aziende registrate in Russia. La scelta del Delaware non è casuale trattandosi di uno stato federato degli USA, considerato un paradiso fiscale non solo per la bassissima tassazione per le aziende che lo scelgono come stato di incorporamento ma anche per la rigorosa tutela della privacy rispetto ai dati fiscali, bilanci e composizioni dei soci.  Per avere informazioni precise non ci si può quindi che affidare alle parole dell’amministratore Konev che conferma l’effettiva esternalizzazione di alcuni servizi nei confronti della società russa citata nell’articolo ma questo avveniva anche con altri rami d’azienda e team dislocati in paesi come la Thailandia, la Germania, Israele, Argentina e altri. Allo stesso tempo i dati degli utenti europei immagazzinati da Pushwoosh sono conservati in Germania in rispetto del GDPR e a Washington DC per quelli americani garantendo che nessuno dato è mai stato trasferito da queste sedi né all’interno della Federazione Russa né altrove. 

 Il CEO dichiara infine che il contratto con la società con sede in Siberia è stato risolto a partire da febbraio 2022. Non possiamo che fidarci delle parole di Max Konev ma con un margine di perplessità. Andando a vedere il suo profilo Linkedin, nella sezione formazione scopriamo questo: 

 

Pushwoosh russa

Cliccando sul nome, incomprensibile per chi fosse a digiuno di cirillico, atterriamo sulla pagina di un’università tecnica statale che ha sede proprio a Novosibirsk, la città russa citata nell’articolo di Reuters in cui l’amministratore della società statunitense ha studiato tra il 1997 e il 2002. Il sospetto dell’agenzia di stampa americana non risulta essere quindi così infondato e smentisce parzialmente le parole del comunicato stampa dell’azienda. 

Il sospetto che l’azienda in realtà sia russa nelle fondamenta e solo la facciata amministrativa è statunitense è confermato da una nostra visita alla pagina Linkedin dell’azienda nella sezione relativa ai dipendenti dell’azienda. Vediamo che la maggior parte dei dipendenti associati a Pushwoosh ha un nome di origine russa e su di una 30ina di profili visitati almeno il 90% ha studiato in un istituto tecnico di Novosibirsk 

Uno scambio di mail con il supporto tecnico di PushWoosh

Il legame con la città siberiana è ulteriormente confermato dalla nostra fonte in Italia che ci mostra alcune mail scambiate nel dicembre 2017 con il supporto tecnico di Pushwoosh e prese in carico da un membro del team, tale A.B. 

Pushwoosh russa

Sempre grazie a Linkedin vediamo che la stessa persona anche oggi continua a occuparsi della gestione dei clienti per Pushwoosh. Ciò che balza all’occhio è la specializzazione che viene mostrata in primo piano nella sezione “informazioni” del profilo Linkedin di A.B. 

Pushwoosh russa 

Da come si può vedere dall’immagine presa da Linkedin, la sua specializzazione, certificata da un master conseguito sempre all’interno della stessa Università del CEO di Pushwoosh, è incentrata sull’intelligence militare e il “command control and information operations” termini che indicano esplicitamente tutti quei processi che coordinano le attività militari sulla base delle informazioni in possesso della struttura di intelligence postulando metodi alternativi alla guerra tradizionale non più basato su scontri fisici sul campo ma una vera e propria guerra informativa (e informatica). Il paese che ha accesso a un maggior numero di informazioni sensibili rispetto ai paesi avversari ha potenzialmente un vantaggio non indifferente in caso di conflitto. Un curriculum accademico sicuramente anomalo per un responsabile del supporto clienti di un’azienda di information technology piuttosto che di information operations. 

Nell’attuale contesto di guerra tra Russia e Ucraina e con il rischio di un conflitto con la Nato su scala globale, non possiamo ignorare le parole che chiudono il comunicato stampa del CEO di Pushwoosh dove dichiara che ”serviamo con orgoglio oltre 100.000 clienti in tutte le regioni e fusi orari, inviando oltre 1,5 miliardi di notifiche push al giorno e supportando oltre 20 piattaforme mobili, web e altri canali di comunicazione”.  

In questo momento milioni di dispositivi in tutto il mondo contengono parti di codice di un’azienda che potenzialmente potrebbe condividere i suoi dati (o essere costretto a farlo) con il governo russo e fornire così un’arma in grado di geolocalizzare utenti inconsapevoli e di inviare notifiche da app del tutto legittime con lo scopo di fare disinformazione, nella migliore delle ipotesi 

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Foto IPP/Sputnik/Kirill Kallinikov – Mosca

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