ProVita e i manifesti-bufala sul ‘veleno’ della pillola RU486

Sono comparsi a Roma, Milano, Verona e altre città. Ma il contenuto è una fake news

07/12/2020 di Enzo Boldi

Si chiamo ProVita, ma sono ProMorte del buon senso. Ancora una volta l’associazione si distingue per la scelta di diffondere alcuni manifesti – non solo a Milano, ma anche a Verona, Roma e altre città italiane – contro la pillola abortiva RU486. Provocazione contenente bufale e non detti, definendo il prodotto come veleno. Insomma, i toni e i modo sono sempre gli stessi che da anni contraddistinguono lo ‘stile’ comunicativo dell’associazione. Ma i dati e gli studi smentiscono le loro parole. E per questo viene da chiedersi perché ProVita RU486 abbia ricevuto l’autorizzazione a diffondere i propri messaggi sui muri delle città nostrane.

LEGGI ANCHE > Il Tar del Lazio ha dato ragione al Comune di Roma per aver rimosso i manifesti ProVita

Questa è la versione online dei manifesti apparsi in tutta Italia. Ed è la stessa ProVita & Famiglia, sul proprio sito online, a sottolineare come non siano stati affissi e diffusi solamente a Milano (sui social ne è stato diffuso uno nel capoluogo lombardo).

Provita RU486

ProVita RU486, cosa c’è di sbagliato nei manifesti

Proviamo a capire cosa ci sia di sbagliato nei manifesti ProVita RU486 partendo dalla fine: «Uccide il figlio in grembo». Qui non faremo un dibattito sulla dialettica utilizzata dall’associazione, ma ci limitiamo a sottolineare un aspetto: prendere la pillola abortiva è una scelta consapevole e chi lo fa sa esattamente quali sono le conseguenze per il feto. Insomma, utilizzare la parola «uccidere» è classica del bigottismo mai celato. Altro aspetto è l’hashtag utilizzato: #dallapartedelledonne. Dalla parte delle donne è chi concede la libertà di scelta, non chi si attiva con campagne di questo tipo.

La bufala del veleno e dei rischi per la salute

Infine arriviamo al fulcro della questione. ProVita parla di veleno e di messa a rischio per la salute e la vita delle donne. Ma gli studi sulla pillola RU486 vanno in tutt’altra direzione. Basta leggere questa ricerca pubblicata dal JOGC (Journal of Obstretics and Gynaecology Canada). Si sottolinea come la revisione di tre studi abbia portato a una conferma: «Il mifepristone e il misoprostolo sono altamente efficaci, sicuri e accettabili per le donne nei paesi a basso e medio reddito, rendendoli un’opzione praticabile per ridurre la morbilità e la mortalità materna in tutto il mondo». Insomma, la RU486, non è veleno: funziona, non provoca danni alla donna.

(foto di copertina: da ProVita & Famiglia)

Share this article
TAGS