Google è autorizzato a lanciare un programma pilota per aggirare i filtri antispam

I politici impegnati nelle campagne elettorali possono ora aggirare i filtri antispam per far sì che le e-mail contenenti messaggi politici finiscano nella casella di posta principale

12/08/2022 di Giordana Battisti

La Commissione elettorale federale (FEC, Federal Election Commission) è un’agenzia statunitense fondata nel 1975 che si occupa di regolare la legislazione in materia di finanziamenti delle campagne elettorali statunitensi. La commissione è composta da 6 membri, ognuno dei quali è designato dal Presidente, confermato dal Senato e ha un mandato di 6 anni. La FEC ha appena stabilito che Google può lanciare un programma pilota che consenta ai politici di aggirare il filtro antispam.

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Il programma pilota di Google per aggirare i filtri antispam

Ieri la Commissione ha stabilito che Google può iniziare a testare un programma che consenta di aggirare i filtri antispam quando, durante una campagna elettorale, si raccolgono fondi o si comunica con i proprio elettori o sostenitori. Questa decisione non è stata accolta di buon grado se non dai politici, che ora possono iscriversi a questo programma pilota di Google che consentirebbe alle e-mail contenenti messaggi a sfondo politico di non finire automaticamente nello spam. La questione a lungo dibattuta riguarda la legalità o meno di questa richiesta che Google ha fatto alla FEC. 4 votanti su 6 hanno stabilito che la proposta di Google non sarebbe illegale e hanno quindi votato a favore, un solo voto è stato contrario alla proposta di Google mentre una dei Commissari si è astenuta.

L’indignazione pubblica nei confronti della proposta di Google

Il tema della raccolta fondi per le campagne elettorali è da sempre un tema caldo negli Stati Uniti, per questo la proposta di Google ha generato molti dissapori tra quanti non vorrebbero affatto la propria casella di posta elettronica invasa da messaggi a sfondo politico. La FEC ha quindi concesso agli americani più tempo per esprimersi, attraverso il proprio sito, riguardo alla proposta di Google e ha raccolto circa 2.641 commenti, molti dei quali negativi e di cui, in ogni caso, la FEC sembra non aver tenuto conto.

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