Davide contro Golia: l’uso di Google nel mondo rispetto alla concorrenza

Motori di ricerca e browser alternativi guardano con grande interesse al processo che inizia oggi

12/09/2023 di Enzo Boldi

Ci sono motori di ricerca che esistono, ma che non vengono utilizzati anche per questioni di “pubblicità”. Ce ne sono altri che non sono nati e che, probabilmente, non nasceranno mai. Tutta colpa, secondo gli accusatori (in questo caso il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America), dell’abuso di posizione dominante sul mercato perpetrato negli anni dalla principale azienda di quel circolo ristretto chiamato Big Tech. La concorrenza mutilata è al centro del processo che inizia oggi, in Columbia, contro Google. Perché ci sono attori medio-piccoli che non riescono a far conoscere i propri prodotti perché Mountain View ha fagocitato il mercato attraverso accordi commerciali con altre realtà che producono smartphone e pc.

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All’inizio di tutto (dell’indagine dell’Antitrust nel 2019 e nella denuncia depositata dal Dipartimento di Giustizia USA presso un Tribunale federale) ci sono gli accordi commerciali – ed economici – stretti tra Google e altre aziende (da Apple a LG, passando per Motorola e Samsung): dietro compenso, queste ultime impostavano il motore di ricerca sviluppato dall’azienda di Mountain View come “predefinito”. Questo vuol dire che chi ha acquistato uno smartphone o un pc, aprendo un browser veniva rimandato – di default – al motore di ricerca di Google. Anche se non è difficilissimo effettuare il download di un browser differente o impostare un motore di ricerca predefinito alternativo a Google, questa dinamica ha portato moltissimi utenti a non cercare alternative. E se per l’azienda guidata da Sundar Pichai si tratta di accordi legittimi e non in violazione della legge sulla concorrenza, molti attori di questo settore denunciano da tempo la situazione. Come si evince dalle parole di Kamyl Bazbaz, portavoce di DuckDuckGo:

«Anche se noi forniamo qualcosa di estremamente prezioso, che le persone desiderano e che Google non fornisce – la vera privacy -, Google rende eccessivamente difficile l’utilizzo di DuckDuckGo per impostazione predefinita. Siamo lieti che questa questione arrivi finalmente in tribunale». 

DuckDuckGo, motore di ricerca made in Usa, da tempi conduce una battaglia commerciale contro il colosso di Mountain View, proponendo soluzioni alternative al tracciamento pubblicitario di Google. Ma il suo spazio all’interno di questo ecosistema è minuscolo, soffocato – come altre realtà – dallo strapotere di Google.

Processo Google, il mercato dei motori di ricerca

Ma è vero che Google ha un dominio esasperato nel mercato dei motori di ricerca? I dati raccolti da SimilarWeb confermano questa indicazione. Sia a livello mondiale che all’interno del mercato statunitense. Partiamo proprio dal Paese a stelle e strisce.

Il motore di ricerca più utilizzato (dati relativi a giugno, ma il grafico riporta i valori di tutti gli ultimi 12 mesi), è Google con oltre il 90%. Agli altre le briciole: Bing (di Microsoft) al 5,53%, Yahoo all’1,81 e DuckDuckGo all’1,32%. Quote residuali che si confermano anche guardando il quadro di tutto il mondo.

I valori sono pressoché gli stessi del mercato statunitense, con Google che si è mangiata oltre 9 decimi del mercato globale dei motori di ricerca, mentre agli altri sono rimaste le briciole.

La situazione in Italia

I cittadini/utenti italiani rientrano in queste statistiche? Certamente. Anzi, nel Bel Paese c’è ancora meno spazio per i concorrenti di Google, con numeri da capogiro.

Oltre il 96% dei nostri concittadini utilizza Google come motore di ricerca, con Bing fermo al 2,69%. Gli altri, invece, con percentuali da “prefisso”. Perché accade tutto ciò? Secondo l’accusa al centro del processo Google intentato dal governo degli Stati Uniti attraverso il suo Dipartimento di Giustizia, tutto ciò è figlio di una situazione condita da pratiche commerciali scorrette (gli accordi economici di cui sopra) che hanno determinato un abuso di posizione dominante sul mercato dei motori di ricerca.

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