La Premier League boicotterà i social network: quattro giorni off per protestare contro il razzismo online
L'iniziativa in seguito alle continue denunce di episodi di razzismo e intolleranza che si verificano sulle principali piattaforme
26/04/2021 di Gianmichele Laino
Nessun tweet dopo una vittoria. Nessun post su Facebook dopo un gol meraviglioso. Nessun sondaggio su Instagram per i tifosi. La Premier League boicotta i social network per protesta: insieme a lei si uniranno anche la English Football League e la Women’s Super League. L’obiettivo è chiaro e punta a combattere i vergognosi episodi di intolleranza e di razzismo che si verificano praticamente a cadenza quotidiana e che, spesso, utilizzano proprio i social network come veicolo principale per la loro diffusione.
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Premier League boicotta i social per protesta contro il razzismo
L’iniziativa partirà il prossimo 30 aprile e andrà avanti per quattro giorni: le società hanno deciso che in quel lasso di tempo non utilizzeranno né Facebook, né Twitter, né Instagram per le loro comunicazioni. Un segnale forte, per trasmettere a queste piattaforme di social networking un messaggio preciso sulle azioni da prendere in considerazione per combattere un fenomeno sempre più odioso che, spesso, coinvolge direttamente i calciatori afrodiscendenti. L’iniziativa vedrà anche la partecipazione di alcune tra le più importanti istituzioni del calcio inglese, oltre ad alcune associazioni che da tempo si battono per contrastare le discriminazioni in questo ambito.
L’idea è quella di dimostrare alle piattaforme social che queste ultime dovrebbero creare un ambiente ostile ai troll e agli haters, mentre al momento non stanno facendo abbastanza contro queste figure che operano spesso impunemente per destabilizzare l’ambiente. Vale per il calcio, ma potrebbe essere un discorso che si estende anche ad altri ambiti e settori. Il boicottaggio dei social network da parte delle più importanti squadre di Premier League (il campionato di calcio più ricco in Europa) non è un’iniziativa inedita: alcuni team, nei giorni scorsi, avevano preso iniziative analoghe in risposta a episodi di razzismo sulle piattaforme. Si pensi al caso dello Swansea, del Birmingham o – in Scozia – dei Rangers: avevano interrotto le loro comunicazioni per contrastare il fenomeno del razzismo sulle piattaforme di comunicazione sociale.
Il calcio inglese, insomma, contro i social network: una battaglia sicuramente dimostrativa, ma che lancerà un messaggio senza precedenti. Del resto, serve sempre un’interfaccia popolare – e il calcio, soprattutto in Inghilterra, lo è – per fare luce su un problema che esiste da sempre e che per troppo tempo è stato sottovalutato. La battaglia dei club di Premier – che almeno in questo hanno trovato compattezza, dopo il caos Super League – darà sicuramente un segnale: i social network non possono condizionare le nostre vite e poi fare orecchie da mercante quando si tratta di risolvere problemi amplificate dalla loro portata globale.
Foto IPP/imagoSport/Focus Images/Daniel Murphy – Bournemouth