«Favorisca i social»: la città dove la polizia ti chiede i profili insieme ai documenti
Il Brennan Center for Justice presso la NYU School of Law ha ottenuto dei documenti che lo dimostrano, relativamente alla polizia di Los Angeles
10/09/2021 di Gianmichele Laino
La ricerca del Brennan Center for Justice presso la NYU School of Law ha, alla fine, dato i suoi frutti. Dopo aver raccolto diverse segnalazioni rispetto alle modalità con cui la polizia di Los Angeles conduce le cosiddette field interview (ovvero le domande sul campo fatte a persone che vengono momentaneamente fermate con il sospetto di aver commesso una infrazione), ha ottenuto oltre 6000 documenti. Alcuni di questi mostrano che, nella compilazione del modulo della field interview, alcuni agenti hanno chiesto alle persone informazioni sull’indirizzo mail e sui loro profili social.
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Polizia chiede i social alle persone che ferma per strada
Il campo del modulo che viene compilato in tal senso è quello relativo alle informazioni aggiuntive. Si tratta di informazioni facoltative che, in generale, forniscono le persone fermate (a piedi o in un veicolo) con una breve detenzione sul posto, sulla base di un ragionevole sospetto, allo scopo di determinare l’identità delle persone stesse e risolvere i dubbi dell’ufficiale in merito a eventuali attività criminali. In base ai documenti analizzati dal Brennan Center for Justice, nel 2015 Charlie Beck, l’allora capo della polizia di Los Angeles, aveva esplicitamente fatto menzione della richiesta di informazioni sui social media e sull’account e-mail di una persona, da includere nella sezione «informazioni aggiuntive».
Nulla di apparentemente incostituzionale: infatti, le persone possono tranquillamente superare questo momento della field interview (dal momento che, quando il modulo arriva alle informazioni aggiuntive, l’identificazione è stata già portata a termine con le informazioni necessarie agli agenti di polizia), rifiutandosi di dare indicazioni su indirizzo mail e profili social. Ma – come è stato osservato da alcuni esperti di legge consultati dal portale Ars Technica – diverse persone potrebbero non essere a conoscenza dei diritti costituzionali o potrebbero essere in soggezione nei confronti dell’autorità e, quindi, per dimostrarsi partecipativi al controllo, potrebbero comunque fornire queste indicazioni pur non essendovi tenuti.
Nel frattempo, il Brennan Center for Justice ha fatto richiesta per avere la medesima documentazione anche per altre città come Boston, New York City, Baltimora e Washington. Al momento, però, non è ancora riuscito ad avere tutta la documentazione necessaria per dimostrare l’utilizzo di questa prassi da parte di agenti di polizia di altri distretti.
Solitamente, le interrogazioni sul campo servono a fare una sorta di schedatura delle persone fermate, ma non è chiaro a cosa possano servire i dati relativi ai social network. Il monitoraggio su questa vicenda – su cui la polizia di Los Angeles ha mostrato comunque una certa reticenza – andrà avanti.