Le gravi accuse delle dipendenti a Activision Blizzard, azienda produttrice di videogiochi

Tra molestie verbali e fisiche, salari minori dei colleghi maschi e promozioni negate, la lista delle accuse a Activision Blizzard è davvero lunga

05/08/2021 di Ilaria Roncone

Call of Duty, World of Warcraft, Overwatch. Questi i tre videogioco più famosi di Activision Blizzard, la società di videogiochi accusata per molestie sessuali e discriminazioni salariali nei confronti delle dipendenti. Ancor peggio, come accade sempre in questi casi, va alle donne afroamericane non binarie o transgender. Activision Blizzard è nell’occhio del ciclone da diverse settimane, con nuove testimonianze che continuano a emergere e un lungo documento di accuse depositato al tribunale di Los Angeles.

Negli Stati Uniti il numero di donne che lavorano nelle aziende di videogiochi, a fronte di quelle che giocano, è bassissimo. Abbiamo, infatti, il 24% di sviluppatrici contro un totale del 46% di videogiocatrici nel paese.

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Le accuse a Activision Blizzard sono molto gravi

Si tratta di una serie di testimonianze che, nel corso degli ultimi due anni, sono state raccolte dal Department of Fair Employment and Housing della California e tutte denunciano l’ambiente tossico all’interno dell’azienda. Si parla di «mentalità da confraternita» in un posto in cui le donne sono pochissime (il 20% del totale in azienda) costrette a sopportare mentalità e azioni dei colleghi constatando anche una palese disparità di trattamento salariale e nella valutazione quando si tratta di avanzamento in carriera.

Il clima ostile che viene denunciato prevede salari minori rispetto ai colleghi uomini, dipendenti sfruttate per svolgere le mansioni di colleghi e superiori mentre questi giocano, promozioni e premi garantiti ai dipendenti uomini e donne – soprattutto se afroamericane – lasciate indietro. Nel documento – come segnala Wired Italia – si leggono passaggi raccapriccianti come quello della dipendente cui è stata negata una promozione perché «sarebbe potuta rimanere incinta e fare la mamma le sarebbe piaciuto fin troppo».

Tra drinking game e molestie fisiche, gli abusi sono quotidiani

Nel documento si legge di un gioco alcolico, tale cube crawl, che vede i dipendenti ubriacarsi in ufficio facendo poi un giro per cubicoli andando a molestare le colleghe. Le lamentele non sono mai state prese seriamente in questi anni, considerato che chi lavora nelle risorse umane è ritenuto «vicino ai presunti molestatori», e alcune volte le dipendenti che hanno fatto presente la questione sono state trasferite, sospese o addirittura licenziate. Si parla addirittura di un caso di suicidio, una dipendente che avrebbe avuto una relazione con un suo superiore. Alcune fotografie intime sarebbero state diffuse tra i colleghi senza il suo consenso nel corso di un evento aziendale e poco dopo lei si sarebbe tolta la vita per questo.

Insomma, una situazione davvero grave rispetto alla quale vengono raccolte sempre più testimonianze – compresa quella di una dipendente che ha raccontato la storia di molestie subite al NYT -. Inizialmente Activision Blizzard è entrata a gamba tesa con una nota della vicepresidente esecutiva Frances Townsend che ha parlato di «un’immagine falsa e distorta della nostra società», una smentita che non è stata presa bene. Sono bastate infatti poche ore perché più di 2.500 tra dipendenti e ex dipendenti firmassero una lettera aperta contro la dirigenza mentre cinquecento membri del personale hanno scioperato di fronte alla sede principale chiedendo la pubblicazione dei dati relativi a stipendi e promozioni.

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