Trump spinge per non far contare tutti i voti: “Vuole rubare le elezioni”

Anche alla vigilia del voto il presidente continua il suo sforzo per non far contare i voti via posta e un suo tweet viene segnalato nuovamente come "fake news"

03/11/2020 di Redazione

Continuano le polemiche su Trump e il suo tentativo di condizionare le elezioni. Anche alla vigilia del voto infatti la campagna del presidente ha fatto uscire un comunicato per rendere noto che farà ogni sforzo per impedire che vengano contati tutti i voti. Una posizione che Trump porta avanti da mesi e che continua a suscitare polemiche e timori con democratici e mondo dell’informazione che lo accusa: “Vuole rubare le elezioni”.

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Le polemiche su Trump alla vigilia del voto

Nel comunicato che ha scatenato le polemiche su Trump, il suo staff sostiene che ” i democratici cercano di creare una cortina fumogena inventando ritardi postali o denunciando in maniera falsa che voti per posta non validi dovrebbero essere considerati legittimi e contati”. Una dichiarazione che di fatto ribadisce le posizioni portate avanti dal presidente negli ultimi mesi, quando è diventato evidente che soprattutto a causa della pandemia molti elettori democratici avrebbero votato per posta, come da tempo assolutamente legale negli Stati Uniti. Per questo, una volta falliti, almeno in parte i tentativi di boicottare le poste, la campagna di Trump si è lanciata nella battaglia legale per non far conteggiare i voti arrivati per posta dopo il giorno del voto, anche se chiaramente marcati e inviati in data precedente. Una modalità molto diffusa negli States, dove il conteggio dei voti continua infatti spesso ben oltre il giorno delle elezioni, ma che stavolta il presidente e i Repubblicani hanno deciso di far saltare soprattutto alla luce dei dati che danno per enorme la maggioranza dei democratici che hanno votato per posta, mentre sarebbero molti di più i sostenitori del presidente a presentarsi al seggio il giorno del voto.

I casi che scatenano le polemiche su Trump

Nelle scorse settimane il GOP ha fatto il possibile per non far contare tutti i voti e se in Minnesota per esempio i giudici hanno dato ragione al partito del presidente dichiarando illegali i voti, già spediti, che arrivassero nei giorni dopo il voto, in altri Stati la campagna di Trump ha perso. Ultimo caso quello della Pennsylvania, stato chiave per l’elezione dove oggi la Corte Suprema ha stabilito che sarà possibile contare anche i voti che arriveranno nei giorni successivi al voto. Una decisione che Trump non ha digerito contestandola con un tweet in cui parla di “brogli e di violazione del sistema di giustizia” che Twitter ha subito segnalato come “disinformazione” o, come direbbe proprio Trump, “fake news”.

A scatenare il malumore del presidente, che negli ultimi giorni ha fatto un vero e proprio tour de force di comizi nonostante lo studio della Stanford University secondo il quale i suoi rally avrebbero causato 33mila casi di Covid e 700 morti, anche la decisione di ben due tribunali del Texas di bocciare la richiesta del GOP dello Stato di invalidare 127mila voti nella Harris County, una delle contee più democratiche dello Stato, per la prima volta in bilico dopo decenni di dominio repubblicano. E proprio in Texas l’FBI ha fatto sapere di stare indagando sull’aggressione da parte di decine di auto di sostenitori di Trump al pullman che trasportava Joe Biden e Kamala Harris per alcuni comizi nello Stato che sono stati annullati proprio a causa del tentativo dei fan del presidente di buttare fuori strada il mezzo.

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