Gli azionisti di Amazon pressano perché riveli la sua plastic footprint
La volontà di chi investe è di quantificare l'impatto ambientale generato dalla plastica prodotta da Amazon capendo, innanzitutto, quanta è
23/04/2021 di Ilaria Roncone
Amazon è sotto la lente di ingrandimento non solo dei propri dipendenti e della stampa ma anche degli azionisti. Nella settimana dell’Earth Day 2021 coloro che sono titolari delle quote Amazon hanno chiesto all’azienda di palesare la sua “plastic footprint” – letteralmente tradotto impronta plastica o impronta di plastica -, ovvero la traccia che l’azienda lascia nell’ambiente in riferimento alla plastica che utilizza e che restituisce poi all’ambiente. Le stime sulla plastic footprint Amazon sono controverse ma il gruppo di azionisti che si è messo in moto ha domandato ad Amazon di rivelare ufficialmente quanta plastica riversa nell’ambiente.
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Plastic footprint Amazon: preoccupazione per la reputazione dell’azienda
La preoccupazione degli azionisti per la plastic footprint del gigante della vendita al dettaglio è relativa alla possibilità che la reputazione dell’azienda venga danneggiata o, ancora, che ci possano essere sanzioni finanziarie. La richiesta è quella di avere un rapporto, da pubblicare entro dicembre, che specifichi la quantità di rifiuti di plastica prodotti dal colosso e le azioni che si stanno compiendo per ridurre la produzione di questi rifiuti. Già delle dipendenti – ingiustamente licenziate da Amazon – avevano sollevato dei dubbi sull’impatto ambientale dell’azienda.
Se non lo misuri non lo puoi gestire
Tutto è partito da un rapporto pubblicato dall’organizzazione senza scopo di lucro Oceana che, lo scorso anno, ha stimato per Amazon una produzione di 465 milioni di libbre di rifiuti di imballaggi in plastica nel 2019. 22 milioni di queste libbre, secondo il rapporto della ong, sarebbero finite nell’oceano. Amazon aveva risposto definendo esagerato questo rapporto e stimando a circa un quarto la quantità di plastica prodotto che Oceana aveva stimato. La direttrice delle iniziative strategiche di Oceana, Anne Schroeer, è stata chiara parlando a The Verge: «Quello che non misuri non lo puoi gestire» ed è questa la ragione per la quale Amazon dovrebbe essere trasparente rispetto al quantitativo di plastica che produce.
La richiesta arriva dal gruppo di azionisti attivisti As You Sow, che hanno fatto richieste similari ad almeno altre nove società quest’anno (Walmart e McDonald’s, per citarne un paio). Ora che sono gli azionisti a chiederlo, la piattaforma per la vendita al dettaglio agirà?