Dove si è impantanata la piattaforma per la raccolta firme digitali per i referendum

Dopo il travagliato percorso per la messa online, c'è un momento in cui la piattaforma per la raccolta per le firme digitali per i referendum si è totalmente bloccata

07/03/2023 di Ilaria Roncone

L’ultima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale relativamente alla piattaforma referendum online risale allo scorso novembre: con il DPCM del 9 settembre 2022, pubblicato in GU serie generale n. 277 del 26 novembre 2022, è diventata operativa la disciplina della piattaforma per la raccolta delle firme degli elettori necessarie per il referendum. Il risultato è stata la messa online della piattaforma per la raccolta firme nella prima metà di novembre 2022 nella totale assenza di attenzione per l’evento. Da mesi – sin dal primo momento online – si può leggere in bella vista l’avviso “Attenzione: La piattaforma è in fase di test. L’accesso al sistema è pertanto non consentito”.

Proprio questo mancato funzionamento nonostante la pubblicazione in GU del DPCM è al centro della manifestazione che, nella giornata di oggi, si terrà in piazza Santi Apostoli a Roma e che coinvolgerà diciotto organizzazioni guidate da Marco Cappato (tesoriere dell’Associazione Coscioni) e Marco Gentili (co-presidente dell’Associazione Coscioni). Lo scopo è quello di chiedere al Governo l’attivazione, senza ulteriori indugi e considerato che avrebbe dovuto essere operativa dopo la pubblicazione in GU del DPCM, della piattaforma pubblica per sottoscrivere gratuitamente online referendum e iniziative popolari.

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Piattaforma referendum online: cosa è andato storto?

Il punto esatto in cui ci siamo impantanati, per riprendere il titolo dell’articolo, è il 26 novembre 2022. Secondo quanto affermato da Butti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione) in una dichiarazione rilasciata a Giornalettismo: «Il decreto attuativo relativo al funzionamento della piattaforma di raccolta online delle sottoscrizioni per i referendum e i progetti di legge di iniziativa popolare è stato firmato lo scorso 9 settembre 2022. Dopo aver completato la fase di registrazione da parte degli Organi di controllo, è attualmente in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale». Pubblicazione in GU avvenuta il 26 novembre 2022, come già specificato, che però non ha portato alla messa in esercizio della piattaforma che, pur essendo online, non è fruibile.

Butti ha affermato – parlando con Giornalettismo lo scorso 16 novembre – che «la piattaforma non è ancora disponibile per gli utenti essendo oggetto di attività di verifica propedeutiche al rilascio, nonché di aggiornamento e adeguamento alle previsioni del decreto». L’ostacolo per il quale oggi manifesteranno i cittadini, quindi, è di natura tecnica poiché il via libera con la pubblicazione del DPCM è già stato dato da vari mesi. La risposta che il governo deve a queste persone è: perché ancora non è successo nulla?

Il percorso travagliato della piattaforma

La cosa certa è che, fino ad ora, il percorso per il raggiungimento dello scopo non è stato lineare. Dopo l’approvazione dell’emendamento del deputato di +Europa Riccardo Magi – presente anche lui in piazza oggi pomeriggio -, tutto sembrava diventato complicato con l’intervento di Vittorio Colao. L’ex Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, infatti, aveva parlato di una piattaforma che non avrebbe autenticato le firme digitali.

Il poco clamore con il quale la piattaforma online è stata accolta da parte delle istituzioni e le scelte fatte in seguito – con la guerra messa in atto tra SPID e CIE di cui abbiamo ampiamente parlato in un monografico dedicato – potrebbero essere sintomo di come l’attuale governo porterà per le lunghe la messa in funzione di uno strumento per usare il quale l’identità digitale è fondamentale.

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