Fanno notare ad Augias che la «mail di Enel» di cui ha raccontato è un tentativo di phishing

La risposta a una lettera in posta

30/01/2021 di Redazione

Da Christian Raimo a Dino Giarrusso su Facebook, ma poi l’elenco di giornalisti che commenta la vicenda su Twitter è lunghissima (per la maggior parte si tratta di direttori e caporedattori di testate digitali). Un tentativo di phishing a Augias, oggi, è stato raccontato come se fosse stato un vero messaggio in posta arrivato da Enel. L’elemento non è passato inosservato sui social network e ha aperto un ampio dibattito sull’educazione (e sull’igiene) digitale nel nostro Paese, soprattutto per il ruolo di stimato intellettuale ricoperto da Corrado Augias.

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Phishing a Augias, cosa è successo

Nel rispondere a una lettrice italo-svizzera che raccontava le proprie traversie per avere un certificato di cittadinanza italiana, il noto giornalista e autore di programmi televisivi ha risposto con un aneddoto che, secondo lui, poteva essere esplicativo. Ha raccontato di aver ricevuto una mail da Enel – descritta come «Enel e non l’amministratore di un piccolo borgo sperduto» – con la richiesta di un rimborso di oltre 90 euro.

La richiesta, riportata testualmente da Augias, rappresenta i caratteri inconfondibili di un tentativo di phishing: l’accesso a un link esterno, il fatto che fosse scritta in un italiano quantomeno rivedibile e i tentativi di inserire alcuni dati come username e password. Alla fine, Augias si chiede perché Enel – che fa sempre una pubblicità efficace e moderna – «non abbia una persona capace di scrivere in un italiano comprensibile». In base alla descrizione, ci sentiamo di escludere che questa tipologia di comunicazione sia imputabile in qualsiasi modo a Enel.

Il phishing, come dovrebbe essere noto, è un tentativo di truffa online che si applica inviando una mail – il fatto di reperire gli indirizzi è qualcosa di piuttosto comune, purtroppo, ai giorni nostri – che contenga il logo di una rinomata società (Enel, come raccontato da Augias, ma capita spesso anche con Poste Italiane o con altri istituti di credito bancario). Queste mail, normalmente, dovrebbero finire nello spam e non andrebbero mai aperte, così come non bisognerebbe mai cliccare sui link suggeriti. Sul sito della Polizia postale – che mette a disposizione un vero e proprio glossario delle truffe in rete – le motivazioni dei tentativi di phishing sono così sintetizzate:

«In realtà il sito a cui ci si collega è  stato artatamente allestito identico a quello originale. Qualora l’utente inserisca i propri dati riservati, questi saranno nella disponibilità dei criminali».

Questo errore rappresenta un’occasione per parlare nuovamente del tema di queste truffe online che sono ormai all’ordine del giorno e di cui bisognerebbe avere contezza per fare in modo che non capitino disavventure come quella occorsa a Corrado Augias.

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