Sarà Poste a digitalizzare il pass per spostarsi tra le regioni

Il progetto che potrebbe vedere coinvolto il team che ha dimostrato una buona efficacia nella gestione della piattaforma di prenotazione dei vaccini

17/04/2021 di Gianmichele Laino

Poste si prepara – o almeno è stata preallertata da questo punto di vista – a una delle più importanti sfide della digitalizzazione dell’ultimo periodo. La società che si occupa di servizi postali, bancari, finanziari e di telecomunicazione, oltre che di telematica pubblica, potrà essere coinvolta nel trasformare in digitale il pass per spostamenti tra regioni che, dal 26 aprile – limitatamente ai territori italiani in fascia gialla -, sarà in modalità cartacea.

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Pass per spostamenti, come funziona

Il pass per spostamenti tra regioni è stato in qualche modo annunciato da Mario Draghi nel corso della conferenza stampa di ieri. Il presidente del Consiglio, infatti, ha comunicato importanti novità in merito alla gestione della pandemia in Italia, alla luce degli ultimi riscontri epidemiologici. Lunedì 26 aprile sarà un po’ un giorno zero per diverse attività, poiché è la data che segna il ritorno alla fascia gialla, quella che consente l’apertura dei ristoranti e dei bar a pranzo, quella che garantisce la mobilità interna tra regioni e – è questa appunto la novità – anche la mobilità tra regioni del medesimo colore.

Per muoversi da una zona gialla all’altra, tuttavia, sarà necessario questo famoso pass che consisterà, in prima battuta, in una sorta di autocertificazione (l’incubo del foglio bianco – che ha turbato il sonno degli italiani soprattutto nella prima ondata della pandemia – è destinato a tornare). Sarà proprio questo documento cartaceo a essere sostituito da uno strumento digitale messo a disposizione da Poste. Tuttavia, è già stato accettato il fatto che per rendere digitale questa autocertificazione ci vorrà del tempo.

Il ruolo di Poste nella pandemia

Bisognerà, infatti, garantire un sistema sicuro che possa tenere traccia fedele della situazione epidemiologica delle persone che si sottoporranno agli spostamenti. Questi ultimi saranno consentiti alle persone che hanno avuto il coronavirus negli ultimi sei mesi (attraverso un certificato medico che possa confermarlo), a quelle che si sono sottoposte a tampone nelle ultime 48 ore e a quelle che, ovviamente, si sono sottoposte a vaccinazione. Una sorta di passaporto vaccinale (esteso però ad altre categorie) in anticipo rispetto ai tempi pianificati dall’Unione Europea, che pure sta lavorando su questo aspetto.

Poste, in questa fase, è molto coinvolta nell’emergenza coronavirus. La sua piattaforma per prenotare le vaccinazioni ha avuto risultati apprezzabili nelle regioni italiane all’interno delle quali è stata utilizzata (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia, Marche, Sicilia). Inoltre, si è impegnata anche nella logistica con la materiale distribuzione delle fiale. Sembrano salire, ora, le sue quotazioni anche per la realizzazione della piattaforma che renderà possibile ottenere il pass per spostamenti tra regioni, nonostante le parole del ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao che, soltanto qualche giorno fa, aveva ipotizzato un nuovo ruolo per l’app Immuni, attualmente utilizzata per tracciare il contagio, ma che – nelle intenzioni del ministro – avrebbe potuto avere un ruolo nella digitalizzazione dei certificati di avvenuta vaccinazione.

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