Perché Azzolina ha definito il collaboratore del sottosegretario della Lega un «cyberbullo»

Pasquale Vespa aveva espresso più volte dissenso nei confronti dell'ex ministra dell'Istruzione

27/03/2021 di Gianmichele Laino

Lucia Azzolina ha raccolto in maniera scrupolosa tutti i post, i video, i messaggi che Pasquale Vespa (e la community che gli ruota intorno) aveva diffuso nei suoi confronti, quando era titolare del ministero dell’Istruzione. L’esponente del Movimento 5 Stelle, infatti, ha conservato le tracce di un vero e proprio moto perpetuo di invettive a suon di hashtag #BoccaRouge, con riferimento alla passione dell’ex ministra per i rossetti. E infine lo ha definito cyberbullo. Una situazione delicata che il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi dovrà gestire: il suo sottosegretario in quota Lega, Rossano Sasso, ha inserito nel team dei suoi collaboratori proprio quel Pasquale Vespa che, sin dal 2018, commentava i post di Lucia Azzolina in maniera molto poco lusinghiera.

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Pasquale Vespa e la definizione di “cyberbullo” da parte di Lucia Azzolina

Lucia Azzolina aveva già denunciato per diffamazione aggravata il docente Pasquale Vespa e una prima udienza ci sarà il prossimo 9 aprile. Contemporaneamente, è entrato a far parte della squadra del sottosegretario all’Istruzione, frequentando gli stessi corridoi del palazzo di viale Trastevere che erano stati l’ambiente di Lucia Azzolina fino alla recente crisi di governo del mese scorso.

Ma cosa aveva fatto Pasquale Vespa per meritarsi l’epiteto di “cyberbullo” da parte della ex ministra? Abbiamo già detto dell’hashtag #BoccaRouge, ma Lucia Azzolina sostiene di essere stata oggetto – come riporta il Corriere della Sera – di «epiteti e sottintesi fortemente sessisti». Sempre secondo l’ex ministra, diversi messaggi avevano come obiettivo quello di «chiudere la bocca ad Azzolina», ci sono stati video tratti da film dell’orrore in cui si sottolineava come i precari sarebbero stati l’incubo della titolare del dicastero dell’Istruzione. Questo ha portato l’ex ministra ad affermare: «Noi dobbiamo dimostrare che in Italia i cyberbulli si puniscono e non si premiano: una persona del genere doveva essere buttata fuori dalla scuola».

L’esempio sul cyberbullismo

Dal canto suo, Pasquale Vespa ha sempre sostenuto di essersi avvalso del diritto di satira nei confronti di Lucia Azzolina e ha incassato anche la difesa del sottosegretario leghista Sasso. Una questione che ha interessato molto il dibattito pubblico delle ultime ore e che ci fa interrogare su cosa si intenda, davvero, in Italia per cyberbullismo, cosa bisogna fare per contrastarlo anche all’interno di ambienti educativi e quali sono gli esempi che intendiamo dare ai nostri ragazzi, soprattutto se a litigare su questo concetto sono personalità istituzionali legate proprio al campo dell’educazione e dell’istruzione.

foto IPP/spgr – Roma

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