Papa Francesco “baluardo” del giornalismo italiano

Il pontefice ha ricevuto il premio È giornalismo 2023: si tratta di una scelta assoltamente inedita

28/08/2023 di Gianmichele Laino

Papa Francesco ha vinto un premio giornalistico. Tra l’altro, non uno qualsiasi. L’edizione del concorso È giornalismo 2023 – un premio istituito nel 1995 da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e Giancarlo Aneri – è andata al pontefice, con una scelta inedita, che mai – prima di questo momento – era stata presa in considerazione dai membri della giuria. Significa, in qualche modo, che nell’attuale ecosistema dell’informazione, la giuria – composta da rinomati professionisti – non ha individuato delle altre figure che più di Papa Francesco hanno risposto alla missione originaria per la quale è stato istituito il premio: servizio alla verità e garanzia alla libertà d’espressione.

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Papa Francesco e il giornalismo: la vittoria del premio istituito da Montanelli, Biagi e Bocca

Stella Aneri, Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Massimo Gramellini, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella hanno motivato così la loro scelta di giurati: «Papa Francesco usa il dialogo per dire parole di pace – affermano – un segnale importante per le nuove generazioni e per tutto il mondo dell’informazione in generale». Ma quali sono le attività che possono essere definite “giornalistiche” messe in campo da Papa Francesco?

In assenza di vere e proprie collaborazioni con quotidiani o altri organi mediatici, sicuramente possiamo annoverare tra le operazioni di informazione le sue omelie che sono sempre attente alla contemporaneità; negli Angelus da piazza San Pietro il papa fotografa sempre con molta attenzione le situazioni di crisi che, purtroppo, si verificano in tutto il mondo, accendendo – grazie alle poche parole pronunciate dalla finestra del palazzo apostolico la domenica mattina – un faro e un riflettore su tutti i conflitti dimenticati, su tutte le situazioni difficili dal punto di vista dell’approvvigionamento economico, su tutte le condizioni di vita precarie. Da un punto di vista editoriale, poi, si può anche considerare il grande lavoro a cui Francesco ha dato un input significativo: la riorganizzazione dei media vaticani – pur in un ambito estremamente tradizionale – ha dimostrato un’apertura verso le nuove tecnologie, soprattutto in vista del giubileo del 2025. La gestione dei social network e i messaggi diffusi attraverso queste piattaforme ha sicuramente fatto il resto.

Il papa, nel ricevere il premio, ha ricordato quanto possa essere importante vivere all’interno di una società che faccia informazione e non disinformazione, basata sull’analisi dei fatti e sulla loro evoluzione. A questo proposito, non ha trattenuto una piccola critica a chi – da anni – segue gli appuntamenti vaticani, approfittando del prossimo sinodo che si svolgerà tra qualche settimana. Francesco ha chiesto che questo evento che riunirà vescovi e laici venga raccontato nell’essenza del suo percorso e non attraverso resoconti preconfezionati (quando avvengono questi appuntamenti, in Vaticano, il rischio è sempre quello di non uscire dal solco del tecnicismo, limitandosi esclusivamente a riportare le dichiarazioni ufficiali, con una prosa poco più che burocratica). Anche da questo punto di vista, Papa Francesco ha chiesto di ripristinare la verità dei processi. Presentandosi come teorico del giornalismo, prima che come “notizia” di interesse internazionale.

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