L’iper realismo di Midjourney e i suoi rischi

Midjourney è diventato celebre per aver generato quell'immagine del Papa col giubbotto bianco: Giornalettismo ha approfondito il funzionamento dello strumento e tutta una serie di questioni che orbitano attorno all'AI generativa di immagini

02/04/2023 di Redazione Giornalettismo

Avete visto la foto di Papa Francesco con un un giubbotto all’ultima moda stile Moncler? O, ancora, quelle di Donald Trump inseguito da uno stuolo di poliziotti e arrestato dagli agenti? Potreste esservi imbattuti anche in quelle di Vladimir Putin con una vistosa tuta arancione da detenuto. Per quanto realistiche possono sembrare, queste foto non ritraggono episodi realmente accaduti. Si tratta del frutto di Midjourney, lo strumento AI text-to-image del momento che fa ciò per cui è diventato noto Stable Diffusion (l’altro famoso tool di AI generativa che c’è dietro a Lensa AI).

Il viaggio in Midjourney

Nel monografico di Giornalettismo dedicato a Modjourney abbiamo, innanzitutto, ricostruito la genesi e la diffusione delle immagini che hanno portato il tool alla ribalta (quelle che, per intenderci, abbiamo citato all’inizio dell’articolo). Inquadrando anche le differenze tra la tecnologia di Midjourney e quella di Stable Diffusion (per la maggior parte questioni tecniche), abbiamo poi evidenziato il progresso rapidissimo che questi modelli stanno facendo. L’esempio più evidente? Se fino a una settimana fa potevamo dire che ciò che permetteva di individuare un’immagine generata con Midjourney erano le mani, alla pecca è stato posto rimedio e ora l’AI è in grado di dar vita a immagini con mani verosimili.

C’è poi tutta la questione della regolamentazione dei deepfake – video falsi che sembrano reali – che possono (e l’hanno già fatto, se si guarda oltreoceano) influenzare le campagne elettorali diventando uno strumento di propaganda potentissimo. Cercando di capire come distinguere un’immagine vera da un’immagine generata con Intelligenza Artificiale, infine, abbiamo chiarito quali sono i limiti nell’utilizzo di questi prodotto nella pubblicità e sui giornali.

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