Il tweet critico di Paolo Bargiggia sulle donne che conducono programmi sportivi dopo l’annuncio su Katia Serra

Che Paolo Bargiggia non fosse un fan di Katia Serra lo si era capito, ma ora il punto sono diventate le «sempre più donne a condurre programmi sportivi»

11/07/2021 di Ilaria Roncone

Non tutti hanno apprezzato la notizia di Katia Serra che, per sostituire Alberto Rimedio insieme a Stefano Bizzotto, è stata incaricata di fare la telecronaca dell’ultima partita di Euro 2020. La finale Italia-Inghilterra sarà raccontata dalla voce di una donna, la prima volta per la Rai, e se tanti si sono detti felici e si sono congratulati con la professionista, altri hanno espresso un parere contrario e contrariato rispetto a questa scelta – visto il tempismo del tweet – e, più in generale, rispetto alle donne nel mondo del giornalismo sportivo.

Un riferimento che non può non essere colto, quello a Katia Serra, considerate anche le critiche che il giornalista che ha collaborato con Il Primato Nazionale le ha già precedentemente mosso. Critica legittima per una telecronaca che può piacere o meno, ovviamente, ma che è sfociata evidentemente in un discorso più ampio con questo tweet uscito dopo l’annuncio che sarà Serra a fare la telecronaca della finale.

Non l’avevo mai sentita. Per fortuna! Ma quanto è noiosa, petulante e banale tal Katia Serra, seconda voce @RaiSport per Portogallo-Francia? Roba da far rimpiangere persino Marchegiani e Minotti di @SkySport. Ma la pagano a parola?#abolitelesecondevoci

— Paolo Bargiggia (@Paolo_Bargiggia) June 23, 2021

LEGGI ANCHE >>> Katia Serra sarà la prima donna a commentare una partita della nazionale in Rai

Paolo Bargiggia su Katia Serra: il tweet sulle donne che conducono programmi sportivi

Il tweet del giornalista e conduttore televisivo italiano vuole rispondere a una domanda, di base, ha ben poco senso. «Perché ci sono sempre più donne a condurre programmi sportivi? – scrive su Twitter – Perché non ci sono più giornalisti autorevoli, capaci di incalzare gli addetti ai lavori con domande vere e notizie serie. E gli editori cercano l’ascolto facile con la presunta bellona di turno. Scelta suicida!».

Secondo quanto si legge, quindi, se le donne emergono nel mondo della telecronaca sportiva è perché i giornalisti maschi – come inteso nella contrapposizione – non sanno più fare il proprio lavoro come un tempo. L’altra parte della colpa va cercata nelle scelte editoriali, che puntano a fare ascolti con la “fi*a”, come qualcuno ha scritto nei commenti al tweet. Di per sé questa è un’affermazione che ha ben poco senso: parliamo di telecronaca, ergo le persone che guarderanno la partita sentiranno solamente la voce delle persone che la racconteranno.

E parliamo di Katia Serra, che ha alle spalle dieci anni di telecronaca per Rai e Sky e che non è di certo l’ultima arrivata. O la «bellona di turno», come scrive Bargiggia, non mancando di fare riferimento anche a un’altra conduttrice televisiva che è finita nel suo mirino, Diletta Leotta. L’emergere della professionalità delle donne in moltissimi ambiti dai quali prima erano escluse – compreso il giornalismo sportivo – è indice di un mondo che va nella direzione giusta e che tende a premiare la competenza delle persone a prescindere dal sesso.

Serve ancora sottolineare, nel 2021, che pregi importantissimi per un giornalista come autorevole e capace di incalzare gli addetti ai lavori non hanno assolutamente niente a che vedere con il fatto che qualcuno sia uomo o donna? Quando si lavora ci deve essere una sola differenza, quella tra chi è un professionista serio e competente e chi non lo è. Punto.

Share this article