Il fantasioso titolo di Libero: il pacco bomba al Viminale con Salvini nel mirino (e non contro Lamorgese)

Segniamo bene le date sul calendario. Matteo Salvini non è più ministro dell’Interno dal 5 settembre scorso, quando al suo posto – dopo la crisi agostana e la caduta dell’alleanza giallo-verde – è subentrata Luciana Lamorgese alla guida del Viminale. Ieri, grazie a un’esclusiva di Leggo, si è saputo che alla fine dello scorso ottobre era stato intercettato un pacco bomba inviato proprio agli uffici del ministero dell’Interno. Una contingenza temporale che, facendo un facile calcolo, porta a dire che in quella data il plico esplosivo non poteva essere stato spedito contro Matteo Salvini che era volato verso altri lidi (lontano da ruoli istituzionali, se non quello di senatore) da quasi due mesi. Ma, secondo Libero, nel mirino c’era proprio il leader della Lega.

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Ripercorriamo in breve la vicenda. A fine ottobre è stata intercettato dall’ufficio postale di via Ostiense, a Roma, un plico sospetto. Il destinatario era il Ministero dell’Interno. Sul posto sono intervenuti gli artificieri, allertati dal responsabile della corrispondenza con le istituzioni delle Poste, e hanno disinnescato quel pacco bomba definito potenzialmente letale per via della sua pericolosità. Un ordigno costruito da mani esperte che avrebbe potuto provocare diversi danni a cose e persone. Anche la morte.

La storia del pacco bomba al Viminale secondo Libero

Il mittente si è firmato ‘Nemici dello Stato’ e all’interno del pacco bomba anche alcuni ritagli di giornale che inneggiavano al ritorno di Matteo Salvini al Viminale. Insomma, tutte la carte in tavola per far capire come fosse un qualcosa contro Luciana Lamorgese. Invece Libero, nella sua edizione di venerdì 6 dicembre 2019, si produce in questa piroetta titolistica: «Pacco bomba al Viminale. Salvini nel mirino».

La ricostruzione fantasiosa

La storia di una realtà stravolta. Le tempistiche e i racconti non tornano e non combaciano con questa titolazione fantasiosa fatta da Libero sul caso del pacco bomba al Viminale. Dire che Matteo Salvini fosse nel mirino di un presunto attentato contro la sua persona, mentre il leader della Lega è lontano (fisicamente e come ruolo) dal Viminale da inizio settembre non è solo una forzatura, ma un racconto stravolto della realtà.

E infatti, all’interno dell’articolo si specifica che il pacco bomba inviato al Viminale aveva come oggetto proprio Luciana Lamorgese alla quale «sono arrivate dichiarazioni di solidarietà da parte di tutto il mondo della politica». Dunque, per quale motivo queste dichiarazioni di solidarietà sarebbero dovute arrivare a lei se era stato Salvini il destinatario del pacco? C’è una differenza sostanziale tra il contenuto dell’articolo e il titolo, insomma. Un dettaglio non da poco, se si considera l’importanza – sempre maggiore – che la titolazione sta assumendo per i lettori. Soprattutto quelli più distratti.

(foto di copertina: ANSA / MATTEO BAZZI)

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