Gli insulti del «tribunale dei social» alle Martina Patti sbagliate

Sono state segnalate diverse offese a persone con omonimia rispetto alla madre che ha confessato l'omicidio della piccola Elena

16/06/2022 di Redazione

Il nome Martina Patti è molto diffuso. Basta fare una piccola ricerca sui principali social network per trovarne decine. Per questo motivo è del tutto inutile andare a scrollare continuamente Facebook o Instagram per cercare il profilo della madre che ha confessato l’omicidio della piccola Elena, per il semplice gusto di insultarla o di rivolgerle minacce. Anche perché è altamente probabile – com’è capitato – che l’insulto possa arrivare a persone omonime di Martina Patti, che in queste ore stanno trovando nei propri DM messaggi di sconosciuti che dicono loro cose terribili.

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Omonime di Martina Patti, il solito boomerismo sui social network

Si tratta di una prassi ampiamente diffusa sui social network, soprattutto quando si verificano fatti di cronaca che hanno come protagonisti delle persone comuni, non personaggi noti del mondo dello spettacolo, della politica, della cultura, dello sport. La ricerca di un profilo Instagram o Facebook per avere l’illusione di poter comunicare direttamente con la persona coinvolta nell’episodio di cronaca è un fenomeno che riguarda sempre più persone e che è aumentato in maniera direttamente proporzionale con l’utilizzo dei social network.

Un messaggio come quello che è stato pubblicato su Facebook da una delle tante Martina Patti che hanno un profilo sul social network recita: «Ho appena ricevuto insulti gratuiti e vi dico che si tratta di omonimia. Quindi vi chiedo di cancellare tutti i commenti davvero inopportuni che avete pubblicato sul mio profilo. Prestate attenzione prima di scrivere cose a chi non c’entra nulla». Per inciso, il profilo in questione non è momentaneamente raggiungibile, probabilmente limitato dalla stessa proprietaria.

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