Il nuovo regolamento attuativo della direttiva copyright contrasta la disinformazione

Approvato da Agcom, questo regolamento punta a un equo compenso per i contenuti giornalistici condivisi sulle piattaforme

17/06/2022 di Ilaria Roncone

Agcom ha approvato il regolamento attuativo della direttiva copyright che, per trenta giorni, sarà messo in consultazione prima della sua versione definitiva. «Noi abbiamo posto in essere una formulazione normativa innovativa che per la prima volta non segue quella di altri Paesi Ue, ma pare sia fonte ispirazione per altri», sottolinea il sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles definendo – come riporta l’edizione cartacea de Il Sole 24 Ore di oggi – la scelta italiana come una «una forma di mediazione».

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Direttiva copyright Italia, un ulteriore aiuto contro la disinformazione

In questo ultimo anno sono stati messi a disposizione della filiera dell’editoria 830 milioni di euro, ha aggiunto Moles, sottolineando che questo mondo dovrà essere pronto a investire nell’ambito della trasformazione digitale in maniera intelligente.

Parlando del nuovo regolamento Moles ha aggiunto che «darà sostegno all’intero sistema editoriale italiano e, di conseguenza, ci aiuterà contro la disinformazione». Cosa cambia? Nella direttiva europea sul copyright che sta alla base vengono introdotte norme che riconoscono agli editori (sia singoli che associati) un diritto connesso per l’utilizzo delle loro pubblicazioni di carattere giornalistico.

Lo schema di regolamento che sarà messo in discussione è quello che dà attuazione all’articolo 43-bis della legge sul diritto d’autore, come specifica la nota di Agcom: viene fatta «distinzione tra prestatori di servizi e le imprese di media monitoring e rassegna stampa, in ragione delle differenze strutturali relative ai servizi offerti» in riferimento all’«equa distribuzione del valore generato dallo sfruttamento sulla rete di una “pubblicazione di carattere giornalistico” tra l’editore (titolare del diritto) e le piattaforme che veicolano questi contenuti online. L’obiettivo è quello di fissare un “equo compenso” a favore dell’editore».

Con questa direttiva verranno incentivati gli accordi tra editori e prestatori «secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità, ispirandosi alle pratiche commerciali e ai modelli di business adottati dal mercato».

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