Che numeri ha la Gig Economy in Europa in ambito digitale

Secondo l'analisi della commissione europea, attualmente, ci sono 500 piattaforme di lavoro digitale attive all'interno dell'Unione Europea

14/12/2023 di Gianmichele Laino

Un volume d’affari che, secondo alcune stime, andrebbe a toccare i 20 miliardi di euro. Stiamo parlando del valore della gig-economy all’interno dei confini dell’Unione Europea. Secondo le ultime stime della Commissione Europea, nel vecchio continente sono circa 500 le piattaforme di lavoro digitale che possono rientrare in questa specifica categoria. È un volume importante, soprattutto se si considera la rapida evoluzione che questo tipo di forma di lavoro ha avuto nel corso degli ultimi cinque anni. Le prestazioni occasionali – che in virtù dell’accordo raggiunto tra le istituzioni europee si stanno trasformando sempre di più in uno schema ben preciso, con norme, tutele e potenziali diritti – hanno avuto una grandissima accelerazione con la differenziazione del concetto di mercato di lavoro. Ecco perché i numeri all’interno dell’Unione Europea sono così rilevanti.

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Attualmente sono 28 milioni le persone che esercitano un qualche tipo di prestazione nell’ambito delle piattaforme di lavoro digitali. Ma il bacino di utenza di questa tipologia di professioni è destinato a crescere: nel 2025 la Commissione Europea ha stimato che il lavoratori della Gig Economy potranno essere quasi il doppio degli attuali. Per un totale di 43 milioni di lavoratori che, potenzialmente, potrebbero avere problemi se si considera la quantità di ore impiegate in corrispondenza della loro retribuzione.

Uno dei grossi problemi, su cui – infatti – si basa buona parte dell’intesa tra le istituzioni dell’Unione Europea sulla nuova legittimazione delle professioni della Gig-Economy, è proprio quello che la maggior parte di questo bacino di lavoratori percepisce un compenso che è molto al di sotto del salario minimo. Stiamo parlando del 55% delle persone che sono impiegate nella Gig-Economy: questo si traduce con il fatto che su un totale complessivo di 21 ore settimanali, i lavoratori della Gig-Economy lavorano in maniera retribuita per 12-13 ore, mentre 8-9 ore risultano tempo di lavoro effettivamente svolto, ma non coperto da alcun tipo di salario.

Tendenzialmente, le aziende che offrono queste prestazioni (lo ricordiamo: 500 in tutta Europa, sia di grandi dimensioni, sia a livello di multinazionale, sia a livello molto più locale e familiare) classificano i lavoratori come autonomi (e stiamo parlando del 90% dei casi). Secondo la stima della Commissione Europea, però, quasi un quarto di questi lavoratori – vista la natura delle loro prestazioni – potrebbero essere classificati in maniera erronea. Il lavoro, infatti, potrebbe essere assimilabile a quello di un dipendente, nonostante l’inquadramento previsto dalle aziende.

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