Facebook nega di aver ignorato le ricerche interne che evidenziano problemi sulla piattaforma
La risposta alle inchieste del Wall Street Journal sono arrivate direttamente dall'ex vicepremier britannico Nick Clegg
20/09/2021 di Redazione
Per Facebook non c’è un problema di sottovalutazione delle eventuali deviazioni della propria piattaforma. Le inchieste del Wall Street Journal – che in questi giorni hanno rivelato una serie di questioni aperte relative al funzionamento dei prodotti di Menlo Park, da Facebook a Instagram – non sono state smentite dall’azienda, ma sono state ridimensionate in un’ottica di commento che – sempre secondo i vertici di Facebook – sarebbero le chiavi di lettura più appropriate. È stato l’attuale dirigente degli affari globali di Facebook – l’ex vicepremier britannico Nick Clegg – a rispondere per le rime alle inchieste del quotidiano statunitense.
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Nick Clegg risponde al Wall Street Journal sul ruolo delle indagini interne a Facebook
Innanzitutto, il Wall Street Journal aveva mostrato – citando fonti interne al social network – delle questioni aperte, come la disparità di trattamento di personaggi politici, personaggi famosi e account verificati in genere per quanto riguarda le loro pubblicazioni contrarie alle policies di utilizzo della piattaforma. In un secondo approfondimento, poi, sempre il quotidiano statunitense aveva mostrato i risultati di una ricerca interna a Instagram, che rendeva consapevoli i componenti del board del social del fatto che un terzo delle ragazze con problemi con il proprio corpo potesse peggiorare la propria situazione dopo aver utilizzato la piattaforma.
Le conclusioni a cui era arrivato il WSJ erano su come Facebook ignorasse le ricerche interne fatte per continuare a perseguire i suoi scopi aziendali. Secondo Nick Clegg è tutto falso: «Le inchieste del WSJ – ha detto – contengono deliberate interpretazioni errate di ciò che stiamo cercando di fare e hanno presentato in ottica falsa la leadership e i dipendenti di Facebook. È falso che la nostra azienda ignori sistematicamente le ricerche condotte internamente, se i risultati dovessero essere scomodi».
Per l’ex vicepremier britannico si tratterebbe dunque di una semplice sovrinterpretazione di quanto effettivamente accaduto. Una posizione, del resto, in linea con quanto fatto trapelare da Instagram all’indomani dell’accusa del WSJ sulla ricerca relativa alle ragazze con problemi di autostima.