«L’account satirico @Casalegglo camminerà con le proprie gambe grazie all’asta degli NFT»

L'intervista a Gaspare Bitetto, tra gli animatori del primo account fake su Twitter che gettò il panico nella comunicazione politica italiana

26/11/2021 di Gianmichele Laino

Un account che, nel giugno del 2012, arrivò a turbare la scena della comunicazione politica italiana. Non solo perché ha gettato il panico tra addetti ai lavori e giornalisti (ha tratto in inganno più di qualcuno), ma anche perché è stato il primo vero account fake di successo in Italia, inaugurando – di fatto – un filone che ha fatto scuola, che – per un certo periodo di tempo – è stato imitato al limite del manierismo e che adesso sta trovando una nuova vita con le versioni OOC (out of context) di diverse personalità. Stiamo parlando, ovviamente, dell’account Twitter @Casalegglo (con la L e non con la I) che, adesso, ha deciso di mettere in vendita i suoi tweet grazie alla tecnologia degli NFT. Not Fungible Token, ovvero la possibilità di affidare la paternità e l’originalità a un prodotto digitale. Un’idea senza dubbio al passo con i tempi, ma quanto in linea con le visioni futuristiche di Casaleggio?

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NFT Casalegglo, l’iniziativa

Lo abbiamo chiesto all’anima del progetto, Gaspare Bitetto, fondatore del collettivo Diecimila.me che ha gestito l’account per tutto questo tempo: «Non ci avviciniamo nemmeno – è stata la risposta -. L’idea di creare una collezione di NFT impallidisce rispetto alle idee visionarie del guru @Casalegglo. Se scorriamo tra le sue proposte ne troviamo di assolutamente avveniristiche su salute, ambiente ed economia, come “Salute e libertà. Dare possibilità di svaccinarsi“,”Ridurre emissioni di CO2. Fare tutti 10 minuti di apnea“, “Patrimoniale lungimirante su ultimi che saranno primi“, o addirittura “Legalizzare i matrimoni di gruppo e tra specie diverse. Purché consenzienti”. No, un momento, questa l’ha detta veramente Carlo Sibilia. Per quanto avveniristiche, alcune delle visioni del guru si sono anche realizzate: prendiamo l’esempio di Elon Musk che ha battezzato suo figlio secondo l’indicazione “Sicurezza anagrafe. Nomi bambini con numeri e lettere“, o l’avvento delle monete digitali, così come suggerito da: “Basta carta. Stampare banconote in pdf“. Speriamo solo che a Roma non si avveri la proposta “Caccia, introdurre meritocrazia. Cinghiali armati“».

La raccolta è davvero completa e raccoglie 897 tweet, l’intera collezione: lo scopo è quello di raccogliere fondi per favorire la ricerca contro il cancro. «Chiunque può scegliere il tweet che preferisce (o, perché no, anche più di uno) – spiega Bitetto – e fare una proposta d’acquisto. Metà del ricavato andrà in beneficenza all’AIRC e la speranza è di raccogliere quanti più contributi possibili per aiutare in maniera concreta una causa importante che, anche a causa della recente pandemia, sembra essere stata messa un po’ da parte».

Ma mettere in vendita un NFT, non è come cedere un pezzetto della propria titolarità su quel progetto? Secondo Gaspare Bitetto si tratta di un problema facilmente aggirabile: «L’arte non è fatta per restare nelle mani di chi la crea – dice -, ma per raggiungere quante più persone possibili e lasciargli qualcosa in cambio: un’idea, una riflessione, una risata. Con questa iniziativa, @Casalegglo arriva a darsi in tutto e per tutto. Vedere un’opera d’arte crescere e camminare con le proprie gambe è un orgoglio per chi l’ha creata; la si guarda avanzare finché non ha raggiunto l’orizzonte, poi si torna a concentrarsi su altri progetti, perché lo spettacolo continua e non ci si ferma mai».

Recentemente, tuttavia, la tecnologia NFT è stata messa in discussione dal lavoro di un artista digitale – Geoffrey Huntley – che ha dimostrato come possa essere facilmente scaricabile tutta la sequenza delle immagini in jpeg che formano la blockchain di un NFT: «I plagi esistono da quando è nata l’arte, ma sono inevitabili, soprattutto da quando è possibile condividere le proprie creazioni su internet e chiunque crede di potersene appropriare; vale per qualunque tipo di contenuto, che sia multimediale, grafico o testuale. Io ci combatto spesso e, come me, tantissimi altri creativi di ogni genere. Il bello della tecnologia NFT è che permette finalmente di dare una reale paternità e autenticità alle opere digitali: è una nuova forma di diritto d’autore che restituisce valore (anche dal punto di vista economico) a ogni opera, sia per chi l’ha creata che per chi la possiede. Un NFT originale, con alle spalle una storia e una vera originalità, accumula valore nel tempo, può essere collezionato e rivenduto, ed è una caratteristica che nessun plagio può sottrargli. Anche in questo caso “Uno vale uno” continua a dimostrarsi uno slogan piuttosto fallimentare».

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