Per NewsGuard, alcuni dei siti di disinformazione italiani hanno ottenuto più engagement di quelli affidabili

L'elenco stilato dai responsabili del progetto che monitora la correttezza dell'informazione nei vari progetti digitali di tutto il mondo

28/12/2022 di Gianmichele Laino

C’è un grande problema quando si parla di disinformazione. La fotografia di questo problema è stato scattato da NewsGuard, il progetto che si occupa di recensire i prodotti giornalistici online, valutandone l’affidabilità in base alle notizie pubblicate, ma anche in base ad altri criteri di correttezza e trasparenza. Nell’ultima edizione del Misinformation Monitorche raccoglie dati esclusivi sull’informazione che provengono da sette Paesi, si evidenzia una situazione che è ben presente in Italia ma che, purtroppo, presenta tratti comuni con tutti gli altri stati analizzati: i siti di disinformazione, a volte, hanno un engagement superiore rispetto a quelli che producono notizie affidabili.

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NewsGuard e i siti di disinformazione che ottengono più interazioni dei siti affidabili

Nel bilancio del 2022 redatto da Sara Badilini, Virginia Padovese e Giulia Pozzi, infatti, si legge: «Alcuni dei siti che hanno pubblicato disinformazione inclusi in questo elenco hanno ottenuto più engagement rispetto a quelli considerati affidabili da NewsGuard. Ad esempio, Ilparagone.it, il sito dell’ex senatore Gianluigi Paragone […] ha generato nel 2022 oltre 11 milioni di Mi piace, condivisioni e commenti su Facebook e Twitter, rispetto ai 5,7 milioni ottenuti dal sito del quotidiano nazionale IlSole24Ore.com».

Un confronto che assume un significato maggiore se si considera che Il Sole 24 Ore è uno dei prodotti più autorevoli dell’editoria italiana e rappresenta un marchio storico per quanto riguarda il settore del giornalismo economico. Ricordiamo che NewsGuard conduce periodicamente una analisi dell’affidabilità delle testate e assegna un punteggio da 0 a 100 ai progetti esaminati. Secondo gli standard previsti da NewsGuard, i giornali online che hanno un punteggio inferiore ai 60/100 sono considerati non affidabili.

NewsGuard – nel suo report – ha sottolineato che il 4,5% delle testate italiane analizzate hanno ottenuto un punteggio di 100/100 (tra queste, c’è anche Giornalettismo, ndr), ma ha anche evidenziato come non tutte queste testate siano considerate alla stessa stregua di quelle che hanno ottenuto dei punteggi più bassi nella valutazione (alcune di queste testate hanno replicato alla valutazione negativa di NewsGuard o opponendosi ai criteri utilizzati o, addirittura, dando mandato ai legali per le risposte da fornire alla società). La domanda è: dal momento che uno degli aspetti analizzati dal report è l’engagement sui social network (e dunque il numero dei like, dei commenti, delle condivisioni), è possibile che le aziende che governano queste piattaforme non tengano conto dei criteri di affidabilità che per la distribuzione dei contenuti che vengono pubblicati attraverso di esse?

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